Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

(^88) COELUM ASTRONOMIA
In fondo Opportunity ha già superato di 60 volte
la sua vita operativa, quella che gli era stata
assegnata come missione primaria (90 giorni),
percorrendo quasi 50 volte quella che doveva
essere la sua massima distanza (meno di un km) e
non è privo di acciacchi.
Il rover ha perso l’uso dello sterzo della ruota
anteriore destra nel 2005 e di quella sinistra nel
2017; da tempo la sua memoria flash da 256
megabyte non funziona più e nessuno sa in quali
condizioni potrebbe trovarsi ora. L’impatto con la
tempesta potrebbe aver causato una riduzione
della produzione di energia, un peggioramento
delle prestazioni della batteria o altri danni
imprevisti che potrebbero rendere difficile il
completo ritorno online.
«Dopo 45 giorni, se non avremo ricevuto alcuna
risposta – ha dichiarato John Callas, project
manager di Opportunity presso il JPL – dovremo
concludere che l’oscuramento del Sole prodotto
dalla polvere e il freddo marziano hanno cospirato
nel causare un tipo di guasto dal quale il rover
probabilmente non sarà in grado di riprendersi».
A quel punto la decisione sul da farsi spetterà ai
vertici della NASA. Il piano del team prevede
comunque di lasciare a Opportunity qualche
ulteriore possibilità.
Ad esempio, nell’improbabile caso che ci sia una
grande quantità di polvere sui pannelli solari che
ne impedisce il funzionamento, continueremo gli
sforzi di ascolto passivo per diversi mesi. Almeno
fino al gennaio 2019, si è poi saputo.
«È un buon piano! – ha commentato in
un’intervista per la Planetary Society, Steve
Squyres, principal investigator della missione Mars
Exploration Rover – “ascolto attivo” significa
provare a inviare comandi al rover, il che richiede
molto lavoro. Probabilmente non è nemmeno
necessario, dal momento che il rover dovrebbe
essere semplicemente in grado di “svegliarsi” e
iniziare a parlare con noi da solo, se e quando avrà
sufficiente energia. [...] Quindi prevedere un periodo
abbastanza breve di ascolto attivo, per tener conto
di tutte le possibilità, seguito da un ascolto passivo
a lungo termine è una scelta sensata».
La salvezza potrebbe venire dal vento
Se Opportunity non ha subito danni irreparabili
nei mesi scorsi, l’acquietarsi della tempesta
potrebbe non procurargli grandi vantaggi, ma anzi
essere la causa definitiva della sua fine. Infatti
quella stessa polvere che dispersa nell’atmosfera
oscurava il Sole, sta ora ricadendo al suolo e,
quindi, anche sul pannelli che potrebbero
continuare a subirne i dannosi effetti. In quel
caso, una sola speranza potrebbe salvare il rover:
l’azione dei venti e dei dust devil che
nell’autunno marziano si manifestano con
regolarità.
Sono stati proprio i due MER (Mars Exploration
Rover) che ne hanno scoperto gli effetti già nel
2004, quando i tecnici hanno riscontrato
inspiegabili incrementi della carica delle batterie,
poi ricondotti all’ “azione pulente” di questi
fenomeni.
Il periodo in cui potrebbero agire, in termini
terrestri, si colloca tra novembre e gennaio.
Purtroppo negli stessi mesi, per effetto del finire
dell’estate marziana, diminuirà l’esposizione di
Opportunity alla luce solare e le temperature
cominceranno ad abbassarsi in modo significativo.
Se il rover non riuscisse a ricaricare le batterie
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