Coelum Astronomia - #228 - 2018

(Rick Simeone) #1

Il Toro, che a metà dicembre transita al meridiano
alla mezzanotte, è una grande e prominente
costellazione estesa per 797 gradi quadrati, la
diciassettesima per ordine di estensione tra le 88
che popolano l’intera volta celeste. Presenta ben
70 stelle entro la magnitudine +5,5 (valore che
delinea il limite di visibilità a occhio nudo). È
compresa tra l’Ariete e il Mostro Marino ad ovest,
l’Eridano e Orione a sud, i Gemelli a est e Perseo e
l’Auriga a nord. Attraversata dall’eclittica, ospita il
percorso di Sole (che attualmente la attraversa dal
14 maggio al 19 giugno), Luna e pianeti
presentando, spesso, spettacolari congiunzioni
planetarie proiettate sulle sue luminose stelle.
Non ci vuole molto a discernere tra le luminose
stelle che popolano la zona, la maestosa figura di
un toro che si piega minacciosamente in avanti
puntando le corna, delineate dalla settentrionale
coppia di stelle β Tau e ζ Tau. L'arcuata groppa è
delineata dalle magnifiche Pleiadi (M 45) mentre,
dalla parte diametralmente opposta, λ Tau ne
segna il petto. Da quest'ultima, partono le due
zampe anteriori, segnate da due coppie di stelle:
l'una composta da μ - ν Tau, l'altra da ξ - ο Tau.
Così come accade per due altre figure,
precisamente Pegaso e il Cavallino,
anche per il Toro il resto della figura
si perde negli spazi siderali. Come
abbiamo visto poco sopra, per
spiegare l'assenza della parte
posteriore (che a tutti gli effetti non
esiste) gli antichi greci ricordano
come Giove, assunte le sembianze di
un toro dopo aver rapito Io a Creta, la
portò via nuotando tra le onde del
mare...


A una costellazione così regale non
potevano certo mancare
caratteristiche ben più concrete.
Entro i suoi confini giacciono, infatti,
alcuni oggetti celesti che segnarono
tappe determinanti per l'astrofisica:
due noti ammassi stellari, i più vicini


al Sistema Solare, la più grande tra le giganti
arancioni più vicine al Sole, la prima nebulosa
identificata come resto dell’esplosione di una
supernova; una stella variabile, prototipo di una
classe di pre-sequenza; la presenza di una delle
regioni più vicine di formazione stellare attiva.
Senza dimenticare che le Pleiadi furono, con ogni
probabilità, il primo gruppo di stelle sul quale
venne a posarsi lo sguardo dei nostri avi. Avremo
modo di conoscere e approfondire ogni singolo
oggetto nelle prossime puntate della rubrica.
La Via Lattea invernale, in quest'area non molto
luminosa, attraversa la parte orientale della
costellazione; nessuno quindi, agli inizi del secolo
scorso, avrebbe potuto immaginare nella zona la
presenza di deboli ed estese nebulosità, rilevate
per la prima volta tramite fotografie a lunga posa
(da 4,7 ore!) realizzate da E. Barnard. Un’ultima
curiosità: il Toro è l'unica costellazione
attraversata dall'equatore celeste, da quello
galattico e dall'eclittica.
Nella prossima puntata inizieremo il nostro
viaggio tra le stelle del Toro avvicinandoci al capo
della bestia celeste, intimoriti dal suo occhio
infuocato ma affascinati da quel gioiello celeste
che perfettamente ne delinea la testa: l’ammasso
delle Iadi.

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Aspetto e Visibilità

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