Ian Stevenson, Bambini che ricordano altre vite Una conferma della reincarnazione

(C. Jardin) #1
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ferentemente di sesso maschile o femminile, ma dovrebbe comunque essere nato
nello stesso paese o nello stesso ambito culturale della sua precedente personali­
tà; i suoi genitori dovrebbero essere poveri e dovrebbero credere essi stessi alla
reincarnazione, in modo da: poter ascoltare le affermazioni del bambino senza
rimproverarlo.

La reincamazione è un'esperienza universale?


Ho già espresso la mia disapprovazione relativamente a questa domanda.
Credo sia del tutto impossibile rispondere ad un tale interrogativo, non solo og­
gi, ma anche in un prevedibile futuro. Non ho alcuna voglia di tentare una qual­
che generalizzazione su miliardi di esseri umani, basandomi solo sui duemila casi
da me studiati che, oltretutto, non sempre forniscono delle buone prove a soste­
gno della reincarnazione. Posso azzardarmi soltanto a dire che, se la reincarna­
zione è un fenomeno reale, deve essere qualcosa che noi tutti sperimentiamo;
ma non posseggo alcuna prova che me ne dia la certezza.
Tuttavia, possiamo dimostrare la falsità di alcune generalizzazioni che so­
vente vengono fatte a proposito di questi casi. Ad esempio, mi è capitato spesso
di udire che taluni ritengono che si possano reiricarnare soltanto le persone de­
cedute in seguito ad una morte violenta. Ciò è del tutto sbagliato perché, alcuni
dei casi in cui si è verificata una morte dovuta a cause del tutto naturali, hanno
rivelato prove a sostegno della reincarnazione altrettanto evidenti rispetto a
quelle dei casi in cui si è verificata una morte violenta.

Ricordare una vita precedente è d'aiuto o è piuttosto d'ostacolo?


Porsi questa domanda richiede che ci si chieda precedentemente: « Utile o
d'ostacolo per chi? » e« Utile o d'ostacolo a quale stadio di vita?».
Molti dei soggetti di questi casi soffrono perché si sentono separati dalle fa­
miglie a cui credono in verità di appartenere; possono giungere a fare delle affer­
mazioni che feriscono i loro genitori e che provocano rappresaglie che finiscono
per isolarli all'interno del loro ambito familiare. Tali bambini possono essere ve­
ramente soli: separati fisicamente dalla loro « reale » (precedente) famiglia e se­
parati socialmente da quella attuale. I loro genitori non si trovano di certo in una
situazione migliore. Infatti, il bambino che tanto avevano desiderato si rivolta
contro di loro e dichiara che non sono i suoi veri genitori, ma degli indegni sosti­
tuti. Se prendiamo in esame solo l'aspetto della conflittualità in cui tali soggetti si
trovano a vivere nell'età che va dai due ai cinque anni, non si può di certo dire
che ricordare una vita precedente sia un'esperienza positiva. Oltretutto i ricordi
che si hanno riguardano più facilmente eventi spiacevoli piuttosto che situazioni
gioiose. Spesso si tratta di omicidi o di altri eventi criminosi, non di scene d'amo­
re o d'amicizia, sebbene anche queste si possano di tanto in tanto manifestare.
Nel prosieguo della vita, i vantaggi che si hanno nel ricordare una prece­
dente esistenza possono finire col bilanciare gli svantaggi. Alcuni dei soggetti
hanno utilizzato tali ricordi per migliorare la loro attuale condotta di vita allo

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