La Stampa - 02.10.2019

(Ron) #1

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GIUSEPPE LEGATO

L

uigi giura, davanti ai
pm, di non aver subìto
una estorsione dalla
’ndrangheta. Ma esat-
tamente di questo si tratta, se-
condo la direzione distrettua-
le antimafia della procura di
Torino. Gianluigi Lentini, «mi-
ster miliardo», ex campione di
Milan e Torino, avrebbe «paga-
to» 100 mila euro ad Alessan-
dro Longo, un soldato del su-
perboss Salvatore Arone, pa-
drone della rete criminale di
Carmagnola. Il dato emerge
dagli atti dell’operazione Car-
minius contro le cosche origi-

narie del Vibonese stanziali
nella cintura sud di Torino.
Nei giorni scorsi 40 persone so-
no state raggiunte dall’avviso
di chiusura indagini firmato
dai pm Monica Abbatecola e
Paolo Toso. Tra questi c’è an-
che Longo, imputato di asso-
ciazione a delinquere di stam-
po mafioso. E di estorsione ai
danni di Lentini, ora imprendi-
tore nel campo della produzio-
ne biologica del miele. Longo
«concorreva nell’articolazio-
ne mafiosa delle famiglie Aro-
ne, Defina, Serratore, Cuglia-
ri collegata alla cosca Bonavo-
ta» e «mediante minaccia im-
plicita di ritorsioni da parte
dell’associazione di cui faceva
parte costringeva Lentini a

versargli 100 mila euro trami-
te stipula di un contratto di
mutuo simulato».
Cosa è accaduto in concre-
to? Secondo la ricostruzione
della Procura, a giugno 2016
l’ex calciatore sottoscrive un
contratto, con tassi di interes-
se pressoché inesistenti (attor-
no all’1%) con la società Albea
Cars Investment di un tale Fa-
bio Lumicisi (estraneo alle con-
testazioni). Il prestito lo fa Len-
tini alla società. Senza - pare di
capire - alcun tipo di garanzia
scritta o forma fidejussoria
che potesse coprire eventuali
mancati rientri del debitore.
La cifra è importante e agli in-
quirenti pare singolare che
nessun paracadute economi-

co sia stato richiesto. Di più: ai
pm risulta che un consulente fi-
nanziario vicino al calciatore
lo abbia consigliato di mettersi
al riparo con formule di pru-
denza. Nulla di tutto ciò sareb-
be avvenuto. Il prestito eroga-
to con unico bonifico su conto
corrente, avrebbe dovuto esse-
re restituito in tre anni, con al-
trettante rate ogni 12 mesi.

Nessuna è stata pagata e Lenti-
ni non ha acquisito eventuali
quote societarie della ditta. Lo
conferma anche Lentini - che
resta parte lesa - durante uno
dei verbali testimoniali davan-
ti ai magistrati. Entro giugno
2019 l’ex campione sarebbe
dovuto rientrare della somma
e non è andata cosi. Secondo i
magistrati è questa un’estor-
sione mascherata con un pre-
sunto escamotage finanzia-
rio. Perché il titolare della so-
cietà beneficiaria del prestito
sarebbe uno schermo.
Si legge negli atti che la Al-
bea Cars Investment «è occul-
tamente gestita da Longo»,
parente di Lumicisi. Cosi, Lon-
go, «avrebbe agevolato l’asso-
ciazione mafiosa aumentan-
done il potere intimidatorio».
In procura Lentini ha negato
di aver subìto una qualsivo-
glia forma di estorsione. «Co-
sa dovrei dirvi? Che sono sta-
to uno sciocco - ha raccontato


  • Sono una persona generosa
    di cuore. Mi sono pentito già il
    giorno dopo aver prestato
    quei soldi. Longo l’ho cono-
    sciuto nelle sale biliardo. So
    chi sono gli Arone, ma non ho
    subìto pressioni per quel pre-
    stito». Nell’ultima convoca-
    zione in Procura, ha rettifica-
    to: «Non mi sono rivolto a un
    legale per rientrare del credi-


to perché la scadenza è recen-
te. Ma non appena potrò darò
mandato per riscuotere».
Senza riscontro è rimasta
invece il racconto del pentito
Ignazio Zito, che il 16 febbra-
io 2018, confidò ai magistrati
della Dda che Lentini avrebbe
pagato 1000 euro al mese di
pizzo. «A riscuotere si reca
personalmente mio genero
Fabio per conto di Franco Aro-
ne. Me lo ha raccontato lui
stesso in macchina». L’inchie-
sta Carminius ha scoperchia-
to il velo su una ’ndrangheta sì
militare, ma anche imprendi-
trice. Che da un lato impone-
va il pizzo, ma riusciva a entra-
re attraverso ditte riconducibi-
li a uomini vicini al clan anche
negli appalti privati della cin-
tura sud di Torino «e del Co-
mune di Carmagnola». «Ac-
quisiva in modo diretto, me-
diante intestazione fittizia di
società ed imprese artigiane,
ed indiretto, attraverso servi-
zi di protezione e recupero cre-
diti, il controllo di attività eco-
nomiche nel settore edilizio,
immobiliare, dei trasporti, del-
la ristorazione e bar, del com-
mercio di automobili e del set-
tore delle macchinette da gio-
co eludendo i controlli sul ri-
spetto delle limitazioni poste
dalla legge». —
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MASSIMILIANO PEGGIO
«Ho smesso di girare in mo-
nopattino, ma non ho ancora
la patente». Così diceva un pa-
io d’anni fa, in un’intervista
online, Simone Zaza, ex attac-
cante della Juve ora al Tori-
no, snobbando un po’ il tema
della patente. Classe, 1991,
Zaza non ha mai conseguito
l’abilitazione alla guida. Nel
2015 avrebbe cercato una
scorciatoia per ottenerla, at-
traverso una scuola guida del
Casertano, il cui titolare van-

tava ottime aderenze con gli
uffici della Motorizzazione Ci-
vile.
Il calciatore non è indaga-
to, ma è citato in una intercet-
tazione telefonica agli atti
dell’inchiesta coordinata dal-
la procura di Santa Maria Ca-
pua Vetere, e sviluppata dalla
polizia, a carico di titolari di
autoscuole e funzionari della
Motorizzazione Civile di Ca-
serta. L’altro ieri sono state ar-
resto 13 persone su ordinan-
za di custodia cautelare: otto

sono finiti in carcere, cinque
ai domiciliari.
Nell’intercettazione telefo-
nica, uno dei personaggi coin-
volti nell’inchiesta cerchereb-
be di inserire «il cliente vip» in
una sessione d’esame. «Fam-
mi fare, tengo un calciatore di
pallone della Juve, ha detto
che mi dà settemila euro, fam-
melo fare» dice Giuseppe Fer-
raro, detto Tiziano, allo zio
Silvestro Ferraro, detto Silva-
no, titolare di una scuola gui-
da di Marcianise. «Di dov’è?»

chiede lo zio. «Di... Zaza, quel-
lo che ha segnato ieri sera», ri-
sponde il nipote. Lo zio, si con-
vince: «Eh, piglia portalo, lo
facciamo...».
Millanterie tra i due interlo-
cutori? Non è chiaro. Zaza pe-
rò non si è mai visto nella sala
esami della Motorizzazione
ci Caserta, dove la polizia ave-
va collocato cimici e telecame-
re per documentare i test far-
locchi. Dopo quella conversa-
zione i soggetti indagati, for-
se grazie alla soffiata di una
talpa, temono di essere finiti
al centro di un’indagine: la
preoccupazione di essere
«monitorati dalla polizia - si
legge negli atti - impone agli
indagati maggiori cautele,
con conseguente contrazione
delle attività illecite». —
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Patenti comprate: 13 arresti in Campania

“Zaza mi dà settemila euro per l’esame”


L’intercettazione nell’indagine di Caserta


Inchiesta sugli affari della ’ndrangheta nella cintura sud di Torino

Lentini davanti ai magistrati


“Non ho subito estorsioni”


Ma la Procura non gli crede


Grande appassionato di biliardo ed ex calciatore, bomber di Torino e Milan, oggi Gigi Lentini è un imprenditore nel campo della produzione biologica del miele

RETROSCENA

L’attaccante granata Simone Zaza

100.000
La somma, in euro,
che l’ex calciatore ha
versato a una società
di investimenti

MERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019LASTAMPA 49
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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