Il Sole 24 Ore Giovedì 19 Settembre 2019 19
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IL LIBRO DI ADRIANO TESO
L’ABC DELLA FINANZA
PER CAPIRE MEGLIO
IL VIVERE INSIEME
N
on c’è democrazia senza democrazia econo-
mica e questa non esiste senza un’adeguata
consapevolezza del proprio ruolo di attori
economico-finanziari all’interno della so-
cietà. Che non può prescindere - se intende
liberarsi dai lacci autoreferenziali che avvol-
gono burocrazia e politica - da una funzione sussidiaria
dello Stato a un mercato libero e improntato alla concor-
renza. Temi che «L’abc dell’economia e della finanza» - il
libro che Adriano Teso ha recentemente pubblicato per
Mondadori Electa, insieme a Fabio Cesaro - sviluppa pun-
tando con decisione a divulgare i temi chiave del nostro
presente, con un linguaggio chiaro e accessibile, passando
in rassegna i punti salienti di quell’educazione economica
e finanziaria che da petizione di principio sta diventando
requisito fondamentale per i cittadini del XXI secolo. Un
processo formativo individuale che incrocia la conoscenza
dei pilastri culturali del nostro vivere comune e la com-
prensione dei fatti che la quotidianità ci propone e che non
di rado mettono in discussione certezze e assiomi assimi-
lati in precedenza.
Imprenditore da sempre (prima nell’azienda di famiglia
poi nel come fondatore di Ivm), per anni ai vertici di
Confindustria, Assolombarda e Federchimica e prestato
alla politica nella prima metà degli anni (è stato sottose-
gretario al ministero del Lavoro nel primo governo Berlu-
sconi), Teso ha riversato in questo volume le riflessioni su
un’idea di economia frutto dell’incontro, come detto, tra
esperienza empirica e riflessione teorica. Non a caso
Adriano Teso è stato tra i promotori della Fondazione Li-
beral e dell’Istituto Bruno Leoni, ha presieduto il Centro
di studi liberali e attualmente è membro del consiglio di-
rettivo di Libertates. Naturale per un liberale come lui pas-
sare in rassegna e rileggere alla luce della contemporaneità
i concetti di finanza, pubblica amministrazione, privatiz-
zazioni, consumi, fiscalità.
Cardini di un’alfabetizzazione economica che con que-
sto libro aggiunge un nuovo tassello in un processo in forte
crescita: da circa due anni anche l’Italia si è dotata di un
piano nazionale per l’educazione finanziaria, promosso
e sviluppato da un Comitato al quale partecipano i rappre-
sentanti dei principali ministeri (dal Mef al Miur), di tutte
le autorità di vigilanza nonché delle associazioni dei con-
sumatori. Un’operazione indispensabile, visto il ritardo
degli italiani sui temi economico-finanziari: al ° posto
su nazioni (ultimi in Europa e penultimi in area Ocse),
con solo il % degli adulti con adeguate competenze su
inflazione, diversificazione e interessi composti. «L’abc
dell’economia e della finanza» parte dalla conoscenza dei
punti cardine della vita economica per tracciare di conse-
guenza le vie da seguire per «risollevare l’Italia» e una rin-
novata Unione europea, nel quadro del nuovo framework
nato dopo la crisi scoppiata nel : lotta alla burocrazia,
alle speculazioni finanziarie, all’eccesso di tassazio-
ne. Vessilli schiettamente liberali, impugnati negli ultimi
anni da soggetti politici dalla visione più marcatamente
statalista; e - non a caso - rimasti tali.
Per questo, secondo Teso, occorre ridisegnare il rap-
porto tra cittadino e Stato: a partire dalla fiscalità, il che
prevede una profonda riforma della Pubblica amministra-
zione. «Si avrebbero politici meno propensi a elargire fa-
vori che poco hanno a che fare con le funzioni dello Stato
e delle sue amministrazioni». Meno Stato e più cittadino,
cui riconsegnare quel potere politico (da declinare in chia-
ve federale) sottratto dal dirigismo grazie anche al liberi-
smo. Perché, come ricorda Teso, citando Frédéric Bastiat,
«dove passano le merci non passano gli eserciti».
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DALLE UTILITY LOCALI PIANI GREEN DA 50 MILIARDI
I
l programma del nuovo Governo
a guida Stelle-Pd appare forte-
mente incentrato sulla transi-
zione in chiave ambientale del
sistema industriale, sulla piena
attuazione dell’economia circo-
lare, sulle tematiche dell’innovazio-
ne e su una nuova stagione che fac-
cia dell’Agenda sullo sviluppo
sostenibile il suo punto di forza.
Questo è senza dubbio un orien-
tamento positivo, al quale bisogna
dare concretezza con interventi nor-
mativi mirati. Sono da evitare invece
azioni che creino inutile incertezza
per quegli operatori che già investo-
no, supportando la crescita sosteni-
bile dell’economia. In particolare le
utility locali associate a Utilitalia, se
messe nelle condizioni, possono
fornire un contributo importante:
hanno infatti un potenziale di inve-
stimento di miliardi nei prossimi
cinque anni e la possibilità di creare
mila nuovi posti di lavoro tra oc-
cupazione diretta e indotto.
In primo luogo, è necessario ra-
gionare su una riorganizzazione del
settore idrico che parta dai nodi cri-
tici. Per recuperare il gap infrastrut-
turale sono necessari ingenti inve-
stimenti, il cui finanziamento e la
cui concreta realizzazione sul piano
tecnico possono essere assicurati
solo da soggetti industriali qualifi-
cati, siano essi totalmente pubblici,
misti o quotati, come nella situazio-
ne attualmente in essere. Gli inve-
stimenti, che si attestavano sui ,
miliardi annui, ammontano ora a
miliardi annui e potrebbero concre-
tizzarsi in circa miliardi nel pros-
simo lustro. Il settore idrico potreb-
be subire un brusco stop tuttavia, se
si intervenisse senza tener conto
dell’importante sviluppo del servi-
zio registrato in alcune aree del Pae-
se grazie alla presenza di operatori
industriali qualificati. Viceversa, nel
ritardo del Sud ha avuto un ruolo
determinante la lentezza di molte
amministrazioni locali nell’applica-
re una riforma ormai vecchia di un
quarto di secolo (Legge Galli) e il
mancato sviluppo di imprese indu-
striali efficienti. Oggi una riforma
del settore dovrebbe quindi dare la
possibilità allo Stato di subentrare
alle amministrazioni inadempienti,
favorire la nascita di nuovi soggetti
industriali e lasciare libertà di scelta
a quei territori che hanno dato pro-
va di sapersi organizzare.
In secondo luogo, sul fronte dei
rifiuti, il programma del Governo
pone l’accento sull’economia circo-
lare. Ma la sua piena attuazione non
può prescindere da una modifica le-
gislativa immediata che sblocchi lo
stallo esistente sulla norma del co-
siddetto “End of waste”. Inoltre an-
drebbe elaborato al più presto un
piano nazionale sui rifiuti, sia per gli
urbani che per gli speciali, che ana-
lizzi il reale fabbisogno di trattamen-
to e acceleri, anche attraverso l’intro-
duzione di procedure semplificate, la
costruzione delle infrastrutture ne-
cessarie ad accompagnare la transi-
zione verso l’economia circolare.
Ferma restando l’adozione di politi-
che che favoriscano la riduzione e il
riuso, occorre che i rifiuti vengano
avviati a impianti che li trattino per
tornare a essere un materiale o, qua-
lora non fosse possibile, ne sfruttino
comunque il potenziale energetico.
Anche in questo settore l’impegno
delle nostre associate è stato sempre
crescente e potrebbe tradursi in in-
di Giovanni Valotti
LA CARTA DELLE DONNE IN BANCA
PER VALORIZZARE LA PARITÀ DI GENERE
D
ue mesi fa il comitato
esecutivo dell’Abi ha
approvato la Carta del-
le donne in banca, che
mira a valorizzare la
parità di trattamento e
di opportunità tra i generi nel settore
bancario, all’interno delle organiz-
zazioni aziendali, riconoscendo la
diversità di genere quale risorsa
chiave per lo sviluppo, la crescita so-
stenibile e la creazione di valore in
tutte le aziende. Il ruolo delle donne
nel mondo bancario è in continua
evoluzione, come è attestato dal con-
tinuo aumento del personale femmi-
nile, che rappresenta, ormai, quasi la
metà dei dipendenti del settore fi-
nanziario (,%). Il dato complessi-
vo, però, in parte inganna: nelle posi-
zioni di vertice non si arriva al %
nel settore pubblico e al % nel set-
tore privato. Molto spesso le donne si
occupano di risorse umane di segre-
tariato o di gestione amministrativa,
e quando hanno contatto diretto con
la clientela, le loro responsabilità di-
minuiscono con l’aumentare del va-
lore del cliente per l’istituto. Le ricer-
che mostrano che, in generale, la
percentuale delle donne si riduce con
l’aumentare del livello di qualifica-
zione, prestigio e salario.
Le donne sono minoritarie nelle
attività meglio remunerate legate ai
mercati finanziari non solo in Italia.
A Wall Street, Londra o Parigi guada-
gnano tra il % e il % meno degli
uomini, ricevono bonus inferiori, so-
no spesso meno promosse, tenute
lontano dai migliori clienti.
Le iniziative per valorizzare le ri-
sorse femminili si stanno tuttavia
moltiplicando e ne sono state avviate
anche nel settore finanziario.
La Carta delle donne in banca
adottata dall’Abi si ispira, infatti, a
un’analoga iniziativa del ministero
del Tesoro britannico, “Women in
Finance Charter”, lanciata nel
e firmata da più di operatori,
britannici e stranieri, che chiede
alle imprese firmatarie di impe-
gnarsi a implementare quattro
azioni specifiche:
individuare un dirigente responsa-
bile a garante per la diversità di gene-
re e l’inclusione;
definire obiettivi interni per la di-
versità di genere nell’alta dirigenza;
pubblicare, nei rapporti sull’attivi-
tà aziendale, i progressi annuali ri-
spetto a questi obiettivi;
garantire che la retribuzione del
gruppo dirigente sia collegata agli
obiettivi di diversità di genere.
I firmatari della Carta britannica si
impegnano anche a comunicare i lo-
ro dati e i loro progressi al ministero
del Tesoro, che pubblica un rapporto
annuale, nel quale valuta lo stato di
raggiungimento degli obiettivi da
parte dei firmatari, analizza le best
practices e identifica le aree di possi-
bile miglioramento.
La Carta dell’Abi contiene previ-
sioni in parte identiche, in parte
adattate alla situazione italiana del
settore bancario, nel quale operano
sia istituti già in linea con i principi
esposti nella Carta, sia istituti per i
quali il percorso verso la piena valo-
rizzazione delle risorse femminili ri-
chiederà più tempo. Giova ricordare,
comunque, che si tratta di un per-
corso ineludibile, non solo perché ri-
sponde a precise esigenze di svilup-
po dell’occupazione nazionale, am-
piamente riconosciute, e a sollecita-
zioni di fonte internazionale quale
l’Obiettivo di sviluppo sostenibile
(Sdg), ma soprattutto perché è im-
posto dalle norme vigenti sull’acces-
so all’attività degli enti creditizi e
sulla vigilanza prudenziale sugli enti
creditizi e sulle imprese di investi-
mento. Nel ricordare queste disposi-
zioni, Banca d’Italia ha invitato gli
intermediari «ad adottare iniziative
volte a favorire una maggiore pre-
senza femminile nei propri organi di
vertice, in tutti i ruoli (specie quelli
esecutivi e apicali)» (Benchmark di
diversity per il sistema bancario ita-
liano, luglio ).
In questa prospettiva la Carta del-
le donne in banca dell’Abi impegna i
firmatari a valorizzare le proprie po-
litiche aziendali secondo i seguenti
principi per le pari opportunità:
di Stefania Bariatti
NEI PROSSIMI
CINQUE ANNI
INTERVENTI
NEI SETTORI
ACQUA, ENERGIA
E RIFIUTI
vestimenti pari a miliardi di euro
nei prossimi cinque anni.
Le utility locali sono infine pron-
te a realizzare investimenti pari a
miliardi in cinque anni anche sul
fronte energetico. In questo settore
servono norme atte a garantire lo
sviluppo di tecnologie pulite per il
riscaldamento delle nostre città co-
me il teleriscaldamento, il rilancio
dei titoli di efficienza energetica,
l’incentivazione di combustibili al-
ternativi - come i biocarburanti, il
biometano e l’energia elettrica -
creando altresì le condizioni per lo
sviluppo della domanda e dei ne-
cessari interventi infrastrutturali.
Le utility locali sono pronte a
mettere sul piatto miliardi per un
deal green e smart, ma come in ogni
deal le parti che devono contribuire
sono due. Auspichiamo che il Go-
verno, attraverso un impegno di-
retto del premier Conte e un’azione
coordinata dei ministri dell’Am-
biente, dello Sviluppo economico,
delle Infrastrutture e del Mezzo-
giorno, possa fare la sua parte.
Presidente di Utilitalia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
promuovere un ambiente di lavoro
inclusivo e aperto ai valori della di-
versità, anche di genere;
rafforzare le modalità di selezione
e sviluppo idonee a promuovere le
pari opportunità di genere, in un am-
bito aziendale orientato a ogni livello
alle pari opportunità di ruolo e parità
di trattamento;
diffondere la piena ed effettiva
partecipazione femminile a ogni li-
vello aziendale;
promuovere la parità di genere an-
che al di fuori della banca, a beneficio
delle comunità di riferimento;
realizzare opportune iniziative per
indirizzare e valorizzare le proprie
politiche aziendali in materia di pari-
tà di genere.
Si tratta di un passo importante,
che dà un segnale per tutte le donne
che lavorano nel settore bancario,
per le giovani che si dedicano a studi
specifici in queste materie e che
spesso non si avvicinano a questo
settore proprio a causa della bassa
percentuale di riuscita femminile. La
previsione di difficoltà di carriera,
infatti, è un elemento non seconda-
rio nella scelta del settore lavorativo,
per le donne come per gli uomini.
A oggi la Carta è stata firmata da
istituti, oltre alla stessa Abi, che cor-
rispondono all’% del valore del-
l’attivo delle banche partecipanti al-
l’associazione e all’% dei dipen-
denti del settore. È auspicabile che la
partecipazione si estenda ulterior-
mente a significare il rispetto del
ruolo delle donne nel mondo lavora-
tivo e l’attenzione alla parità di gene-
re da parte di tutti gli istituti. È anche
auspicabile che questa strada venga
seguita anche in altri settori dell’in-
dustria finanziaria.
Presidente Banca Monte
dei Paschi di Siena -Vicepresidente Abi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
OGGI PRESENTAZIONE A MILANO
Adriano Teso, imprenditore da oltre quarant’anni,
espone (con Fabio Cesaro) alcuni concetti basilari
dell’economia e della finanza e segnala gli elementi
chiave per risollevare l’Italia: una classe dirigente
imparziale e preparata, più spazio alla libertà
individuale e meno al dirigismo, alla pressione
fiscale e alla burocrazia. Il libro sarà presentato
oggi, a Milano, alla Rizzoli in Galleria, alle ore
,. Con gli autori interviene Oscar Giannino.
Greta incontra Obama
VERSO IL SUMMIT ONU SUL CLIMA
Ieri, a Washington, Greta Thunberg ha incontrato Barack Obama, che
ha ricordato con un tweet come la ragazza «a 16 anni, è già uno dei più
grandi sostenitori del nostro pianeta». Ieri, l’attivista ha bacchettato
il Congresso Usa: «Non invitateci qui solo per dirci quanto siamo di
ispirazione. Voi, politici, non fate abbastanza». Intanto, Donald Trump
ha revocato i limiti sulle emissioni in California: se la decisione del
presidente venisse confermata dalla Corte Suprema, porterebbe a un
blocco senza precedenti della politica anti-inquinamento statale.
EPA
Adriano Teso con Fabio
Cesaro, L’abc dell’economia
e della finanza, Mondadori
Electa, 128 pagine, 17,90 €
21
ISTITUTI
FIRMATARI
A oggi la Carta è
stata firmata da
21 istituti, oltre
all’Abi, che
corrispondono
all’80% del valore
dell’attivo delle
banche
partecipanti
all’associazione e
all’80% dei
dipendenti del
settore.