Libero - 09.09.2019

(Darren Dugan) #1

ANTONIO SOCCI


■Caro Direttore,
è l’ora di cambiare. Arren-
detevi. Perché stonare fasti-
diosamente invece di canta-
re in coro l’“Inno alla gioia”
insieme agli altri giornali?
Cos’avete contro l’Ue che ha
provveduto con solerzia a
darci un governo, scongiu-
rando la “disgrazia” di far vo-
tare gli italiani? Perché volete
contrastare Macron, la Mer-
kel, i Mercati e papa Bergo-
glio? Perché far singhiozzare
Grillo, Conte e Zingaretti? Ba-
sta crudeltà.
È l’alba della Civiltà. I bar-
bari sono stati cacciati e il so-
le finalmente splende sull’Ita-
lia. Con l’applauso festante
di francesi e tedeschi che ci
vogliono tanto bene e sono
vogliosi di riempirci le tasche
di regali. Come sempre. An-
che il deficit non è più quello
di una volta. Solo a luglio la
Commissione europea pre-
scriveva rigorosamente l’1,
per cento, ma ora ci è bastato
scodinzolare (recando in do-
no la testa di Salvini) e i Com-
missari già ci accolgono ra-
diosi, con pacche sulle spal-
le, forse accettando perfino il
3 per cento. Basta con quel
rigore che ci ha messo in cro-
ce per anni dissanguandoci.
Niente più minacce e puni-
zioni. Il Cattivo Salvini che ur-
lava “prima gli italiani” è sta-
to cacciato, perciò “libiamo
nei lieti calici”. Ora prometto-
no di farci spendere senza
più paura dello spread o
dell’esplosione dei conti pub-
blici (evidentemente non era
vero, volevano legare le mani
al Mostro sovranista).
Adesso si può perfino chie-
dere la revisione delle regole
del patto di stabilità, purché
però si citi il presidente Mat-
tarella (che lo ha appena det-
to) e non Salvini che lo ha ri-
petuto per anni diventando
la bestia nera della UE.


IL PAESE DELL’AMORE

«Con questo governo sal-
viamoil paese dall’odio» di-
ce Zingaretti. Vogliamo forse
essere per l’odio e contro
l’amore? Non saremo così
stronzi, vero?
Si scelga l’amore, cioè si ap-
plauda il Pd al potere ché lo-
ro sono missionari: si butta-
no sulle poltrone non per pia-
cere proprio, ma per il nostro
bene, si sacrificano per noi,
così evitando pure che noi
sbagliamo a votare (come un
anno fa quando il Pd, dopo 5
anni, fu mandato a casa con
il minimo storico).
Del resto, sembra che stan-
do dalla parte giusta si possa
anche trasudare odio da ogni
poro della pelle: basta oppor-


si ai “sovranisti” e si rappre-
senta comunque l’amore.
Dunque ancheLiberoripe-
ta “love, love, love” come
l’hippy Verdone nel celebre
film. Per il passato non c’è
neanche bisogno di atti di

contrizione. Rovesciate la ca-
sacca come tutti. Potrete dire
di essere sempre stati pro-
gressisti. Come Conte.
Scegliete finalmente il Be-
ne, non più il Male. Come
scrive su Twitter Metello Di

Santarosa: “Mi avete convin-
to. Arrendersi, diventare eu-
ropeisti. Anche io voglio esse-
re dalla parte di quelli uma-
ni, che hanno ragione, che so-
no il futuro, che vincono”. Fi-
nalmente sarete salutati co-

me “persone civili” e di lar-
ghe vedute, vi sentirete ogni
volta dalla parte giusta. Con
la Sinistra potrete stare sem-
pre al governo. Infatti anche
se perde le elezioni è investi-
ta dalla Storia (e dall’Europa)

della missione di fermare la
barbarie. Così potrete dirvi
sinceri democratici.

ALTRI ORIZZONTI

Potrete perfino schierarvi
conTrump per riportare Pu-
tin nel G8 (come Conte) sen-
za essere fulminati dagli in-
quisitori come “trumpiani” o
“putiniani”. Vi basterà dirvi
europeisti, progressisti e in-
veire contro Salvini. Potrete
sentirvi fra i Buoni che “resta-
no umani” senza mai sborsa-
re un euro: basta elogiare Ber-
goglio e le Ong sui migranti.
Incenerendo chi vi contraddi-
ce con l’epiteto di fascista o
razzista.
Potrete parlare nei talk
show senza timore del con-
traddittorio perché i vostri av-
versari saranno giustamente
assenti in quanto nemici del-
la democrazia. Se vi scappe-
rà un “vaffa...” sarà conside-
rato giusta indignazione de-
mocratica, un ruttino sarà ri-
tenuto l’accenno di un’aria
della Tosca, se sbagliate un
congiuntivo verrete elogiati
per la sensibilità popolare, se
la vostra camicia avrà chiaz-
ze di sudore sotto le ascelle si
dirà che profumate di gelso-
mino.
Potrete sbeffeggiare gli av-
versari anche per il loro aspet-
to fisico perché in quel caso
sarà considerato diritto di sa-
tira e non s’imbavaglia la sati-
ra. Sarebbe censura.
Potrete parlare di diversità
antropologica degli avversari
rispetto a voi che appartene-
te all’Italia migliore, illumina-
ta e civile. E tutto questo sen-
za sentirvi razzisti.
Potrete alzare il ditino e im-
partire lezioni anche su mate-
rie di cui non sapete una cip-
pa, vi basterà ripetere ciò che
dice il mainstream e sarete
sempre in nutritissima com-
pagnia dalla parte del giusto.
Potrete parlare a nome
dell’umanità, infatti la storia
siete voi. E anche la geografia
perché – stando con ni pro-
gressisti - potrete sbagliare le
capitali senza essere percula-
ti come analfabeti.
Se avete velleità letterarie
sarete subito osannati come
artisti emergenti o grandi
scrittori. Premi giornalistici
come se piovesse, inviti nei
salotti e nei festival del pen-
siero. Dove potrete anche
sbagliare l’articolo 1 della Co-
stituzione (come è accaduto
a qualche intellettuale pro-
gressista) restando comun-
que annoverati fra i Compe-
tenti. Fra quelli bravi. Del re-
sto la frase “la sovranità ap-
partiene al popolo” ormai è
caduta nel dimenticatoio.
http://www.antoniosocci.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA

SALVATORE DAMA


■Occhi puntati sul Senato, dove do-
mani il governo giallorosso è atteso alla
prova più difficile, quella dei numeri bal-
lerini della Camera Alta. Sulla carta la
maggioranza c’è, i sì sono 169. Ma nel
gruppo pentastellato cova malessere. Ci
potrebbero essere dei no e delle assenze
tattiche tra chi non ha digerito l’alleanza
con l’ex nemico numero uno, il Partito
democratico. Lo scarto è minimo e la
partita non è affatto scontata.
Questa la situazione a Palazzo Mada-
ma. I voti dei grillini sono 105, al netto
del dissenso di Mario Giarrusso e di
Gianluigi Paragone. Quest’ultimo ha an-
nunciato la sua contrarietà alla nascita
del nuovo esecutivo. Postando una serie
di articoli sui sondaggi sfavorevoli all'ese-
cutivo, il giornalista ha scritto: «Secondo
me potrei non essere più solo, nel grup-
po Senato M5S, ad aver capito che il
Conte 2 è una operazione contro i citta-
dini...».
Nel Partito democratico sono in 51 i

voti favorevoli al nuovo esecutivo, an-
che qui c’è chi dissente, come il dem
Matteo Richetti, che aveva votato contro
la nuova formazione in direzione.
Una mano importante arriverà dal
Gruppo Misto. Al momento sono 9 i voti
favorevoli al governo Conte bis che arri-
verebbero da questo settore dell’emici-
clo: i 4 senatori di Leu, Riccardo Nencini
(Psi), ma sembra anche i dissidenti grilli-
ni Buccarella, De Falco e Nugnes, oltre a
De Bonis. Nelle Autonomie altri tre voti
verrebbero da Bressa, Casini e Laniece.
L'ex presidente del Consiglio, Mario
Monti, ha annunciato che prima di espri-
mere la preferenza intende ascoltare at-
tentamente le parole di Conte.
Quanto all'opposizione, sono 61 i voti
contrari di Forza Italia, visto che il presi-
dente del Senato, Elisabetta Casellati,
per prassi, non vota. A questi vanno ag-
giunti i 18 senatori di FdI e i 58 della
Lega.
Al Senato vengono dati ancora per in-
certi Emma Bonino, i tre senatori della
Svp, i due ex sottosegretari del primo go-

verno Cario e Merlo. Non voterà la Con-
te l'ex senatore M5s Carlo Martelli che
ha deciso per il no. Da verificare l’orien-
tamento dei senatori a vita. Con ogni
probabilità sarà assente il senatore Um-
berto Bossi.
Alla Camera, dove la fiducia sarà vota-
ta oggi, i numeri sono netti e non si pre-
vedono colpi di scena. I deputati Cinque-
stelle sono 216, mentre il Pd ne ha 111 e
Leu 14.
«No, assolutamente no». È la risposta
del ministro allo Sport, Vincenzo Spada-
fora, alla domanda se ha timori per la
fiducia al nuovo governo Conte. «Alla
Camera e al Senato la fiducia voglio spe-
rare che sia scontata» ha detto Spadafo-
ra al suo arrivo al Gran Premio d'Italia a
Monza. «Quello che non è scontato», ha
aggiunto il ministro, «è fare il massimo e
fare in modo che questo nuovo governo
risponda a tante richieste in sospeso da
tempo e che dopo l'esperienza del prece-
dente governo adesso vanno riprese in
un'ottica completamente nuova».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

■All'Europa come Italia «non dobbiamo più chiedere
più deficit per aumentare il debito pubblico, ma un
grande piano infrastrutturale transnazionale, eventual-
mente finanziabile con gli Eurobond». Lo ha dichiarato
il presidente di Confindustria, Vincenzo Bocca, durante
una conferenza organizzata ai margini dei lavori del

Forum The European House-Ambrosetti in corso a Cer-
nobbio. «Il bilancio Ue - ha aggiunto - è la dimensione
ideale per pensare un piano infrastrutturale di
500-1.000 miliardi di euro che non significa solo una
politica anticiclica ma anche competitività dell’Euro-
pa».

Il nuovo ministro delle Finanze Roberto Gualtieri

Banco di prova per la maggioranza


Fiducia a Conte: oggi il primo round


Il premier parlerà alla Camera, dove i numeri ci sono. Domani però tocca al Senato


VOGLIA DI DEFICIT


Ora che c’è la sinistra al potere


indebitarsi è diventato giusto


Ci hanno raccontato per un anno che lo Stato rischiava il crac per il suo disavanzo


Adesso il nuovo governo punta a raddoppiare il passivo, ma nessuno si preoccupa più


L’APPELLO DI CONFINDUSTRIA


«All’Ue non dobbiamo chiedere solo di andare in rosso»


(^4) lunedì
9 settembre
2019
PRIMO PIANO

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