la Repubblica - 01.08.2019

(ff) #1

Intervista al primo ministro


Abiy Ahmed “Pianterò


dieci miliardi di alberi


Il mondo segua l’Etiopia”


di Raffaella Scuderi

Il caso


È un giallo l’addio di Siddhartha, re del caffè indiano


Medemer è il termine in lingua
amarica per dire sinergia, mettere
assieme. In matematica significa
addizione. È la parola chiave per
capire cosa è successo il 29 luglio in
Etiopia. Quando 23 milioni di
persone da Nord a Sud hanno
piantato 353 milioni 633 mila e 660
alberi in 12 ore, sporcandosi le mani
sotto la pioggia e battendo il record
del mondo. È il carburante della
politica rivoluzionaria del premier
Abiy Ahmed, che ha sempre usato
questo termine nei suoi discorsi da
quando un anno fa è salito al potere.
Al di là di etnie e religioni, se più
individui si uniscono per un
obiettivo comune, il risultato sarà
un accrescimento per tutti. «Il
nostro obiettivo è lasciare
un’impronta verde», racconta il
giovane leader che non ha solo un
passato di intelligence, militare e di
ingegneria, ma anche di studi in
filosofia con tanto di dottorato.
L’iniziativa, chiamata “Green
legacy” (eredità verde), è stata
lanciata da Abiy un mese e mezzo
fa: la rivoluzione verde etiope è una
sua creatura, perfettamente in linea
con la filosofia di medemer. Il 29

luglio i cittadini sono scesi in massa
nelle strade delle città e nelle vie
delle campagne per rimboscare un
Paese piegato dalla siccità e dalla
deforestazione. Il progetto iniziale,
lanciato dal premier con lo slogan
“200 milioni di alberi. Insieme
possiamo”, ha superato ogni
aspettativa. Se gestita in modo
appropriato, la green legacy
potrebbe già l’anno prossimo
svolgere un ruolo significativo
nell’aumentare la copertura
forestale nazionale dall’attuale
15,5% al 20%, dicono i ricercatori
dell’università di Addis Abeba. Il
record è stato un risultato
imprevedibile come imprevedibile

fu la pace con l’Eritrea nel 2018 dopo
20 anni di conflitto, la liberazione di
tutti gli attivisti politici e la nomina
di donne ad alte cariche dello Stato,
come la presidenza affidata a
Sahle-Work Zewde. Abiy pensa in
grande e finora ha anche realizzato
in grande.
Primo ministro, detrattori e
critici sostengono che i numeri
sono propaganda e che le piante,
essendo per metà autoctone e per
metà importate, potrebbero non
resistere.
«Il passato racconta una storia
diversa. Ho istituito un comitato
direttivo composto da quattro
ministri e un commissario e un

comitato tecnico per seguire le
prestazioni quotidiane. Non finirà
qui, seguiremo la coltura e la
crescita degli alberi».
A proposito di passato, lei ha
due precedenti eccellenti in questa
sfida: l’imperatore Menelik II e il
premier Meles Zenawi. Entrambi
fallirono.
«Io guardo avanti. Sono grato a tutti
gli etiopici che hanno ascoltato la
mia chiamata mettendo le proprie
impronte digitali su una causa
nazionale così monumentale. Il mio
popolo lo considera come una sua
dimostrazione di volontà e
determinazione, con l’obiettivo di
riunirsi per una visione comune».
Il suo obiettivo è di piantare 4
miliardi di alberi entro settembre.
Audacia o sogno impossibile?
«Il mio obiettivo è 10 miliardi.
Abbiamo detto la cifra di 4 miliardi
dando il via alle operazioni ora
perché è la stagione delle piogge.
Un mese e mezzo fa nessuno
avrebbe scommesso su questi 353
milioni. Non avremmo mai creduto
di superare quasi il doppio
dell’obiettivo iniziale».
Il suo albero del 29 luglio l’ha
piantato ad Arba Minch, nella
regione dei Popoli del Sud, dove
tira una brutta aria: una parte della
regione si aspetta un referendum
per diventare un nuovo Stato, che
non è arrivato. Ci sono stati diversi
morti. Il suo è stato un gesto
simbolico?
«Tutti noi, ministri e funzionari
governativi, siamo stati assegnati in
varie località a livello nazionale. Io,
nell’ambito dei miei dialoghi
regionali con le varie sezioni della
società, ho anche discusso con i
membri della comunità di Wolayata
Soddo (che fa parte proprio della
regione dei Popoli del Sud, ndr)».
Cosa si aspetta da questa
eredità verde?
«Lo sviluppo della consapevolezza
nazionale del nostro Paese a una
giusta resilienza ai cambiamenti
climatici e al sostegno della
creazione del verde».
A lungo termine quali saranno i
benefici?
«Questa è un’azione che aiuterà a
migliorare ogni aspetto della nostra
vita. Gli studi dimostrano che il
verde aiuta al rilassamento e alle
emozioni. La deforestazione frustra
l’essere umano. Questo è un
esempio non solo per il nostro Paese
ma per tutto il mondo».

di Francesco Malgaroli

Modesto, di poche parole, V.G. Sidd-
hartha, quasi 60 anni, era sopranno-
minato “Coffee King of India”, il re
del caffè indiano: è morto nel fiume
che scorre nei pressi di Mangalore,
sulla costa occidentale del paese.
Siddhartha nel 1996 aveva avuto
l’idea di impiantare una catena di

negozi sul modello Starbucks e ave-
va fatto bingo. In pochi anni la Cafe
Coffee Day apre circa 1.750 filiali in
India e si espande in Asia, in Medio
Oriente e in Europa – nel continente
indiano, peraltro, ha surclassato
Starbucks. L’Economic Times di New
Delhi negli ultimi tempi ha segnala-
to che la Coca Cola stava pensando
di comprarsi la Cafe Coffee, forse an-
che per fare concorrenza a Star-
bucks, ma, come è naturale che sia,
le due compagnie sono state zitte.
Mister Caffè era un ricchissimo
uomo d’affari, la sua famiglia è nel
business del caffè da oltre 130 anni e
anche il matrimonio con Malavika
Hegde, figlia di S.M. Krishna, ex mi-
nistro degli Esteri, ha contribuito a

rendere più solida la società. Era an-
che il proprietario di una delle mag-
giori piantagioni dell’Asia, con 12 mi-
la ettari a disposizione. Nel 2017 pe-
rò, diversi controlli fiscali avevano
messo sotto pressione l’impero del-
la tazzina. Da lì è cominciata la lotta
contro le agenzie delle entrate. Alla
fine, gli uomini delle tasse hanno
trovato transazioni non autorizzate
e pagamenti in nero. In India le ten-
sioni tra agenti delle tasse e impren-
ditori sono all’ordine del giorno, fro-
di e corruzione sono sui giornali e in
tv, in molti casi le autorità ricorrono
ad ogni tipo di persecuzioni per otte-
nere i pagamenti dovuti. Siddhar-
tha aveva cercato di contrattaccare,
finendo quest’anno con una società

a corto di liquidità. Nell’ultima lette-
ra all’azienda aveva evidenziato le
sue mancanze: in un passo dice «la
colpa di tutto è mia». La sua firma
sembra autentica. «È lui che ha spin-
to in alto il consumo di caffè in In-
dia», ha detto il vice amministratore
dell’Indian Coffee Board alla Bbc. Lu-
nedì Mister Caffè aveva detto a mo-
glie e figli che si prendeva qualche
giorno di riposo. Nel pomeriggio,
mentre era in auto, avrebbe ricevu-
to una telefonata, e ha chiesto all’au-
tista di fermarsi, perché aveva biso-
gno di sgranchirsi le gambe e di
aspettarlo in un parcheggio. Dopo
mezz’ora l’autista ha chiamato la po-
lizia. Un pescatore lo ha trovato e ti-
rato a riva il giorno dopo.

f


jL’imprenditore
V.G. Siddhartha,
proprietario della
catena Cafe
Coffee Day e uno
degli uomini più
ricchi dell’India è
stato trovato
morto in un fiume
vicino Mangalore

La scheda
Il progetto e il leader

hL’eredità verde
Per ricreare il patrimonio
forestale, il premier etiope Abiy
Ahmed ha lanciato la “Green
legacy” con lo slogan “
milioni di alberi. Insieme
possiamo”. Il 29 luglio ne sono
stati piantati più di 350 milioni

hAl potere dal 2018
Abiy Ahmed, ex militare,
è primo ministro dell’Etiopia
dal 2 aprile 2018 ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Aveva fondato un


impero con oltre 1.


filiali in tutta l’Asia


Ma molti debiti


MICHAEL TEWELDE / AFP

g


Il nostro obiettivo


è lasciare un’impronta


verde


Mi aspetto


più consapevolezza


riguardo ai


cambiamenti climatici


kPrimo ministro
Abiy Ahmed, 42 anni, mentre
pianta un albero ad Arba Minch

. Giovedì, 1 agosto 2019 Mondo pagina^15

Free download pdf