Io lo guardai con grande ammirazione e gli risposi: “appuntato avete ragione, io ho osservato con
molta ammirazione l’operato di voi guardie, sia in carcere che qui in ospedale, e devo dire che
siete davvero encomiabili! Siete sempre disponibili, cercate di mantenere l’ordine rispettando la
personalità di ciascun detenuto, tentate di rendere la carcerazione più umana, avete una pazienza
infinita con i soggetti più agitati e pericolosi, e vi immedesimate nelle persone sofferenti, come state
facendo adesso con me! Mi devo complimentare veramente!”.
La guardia a questo punto, sorpresa per le mie belle parole e per i complimenti, rispose: “dottore,
fossero tutti come voi i detenuti!! Io non so cosa vi sia successo e perché siete rinchiuso qui dentro,
però una cosa è certa: si vede che siete una brava persona, e non me ne sono accorto soltanto io
finora nel carcere, ve lo posso assicurare! Vi voglio fare un piccolo dono, l’immagine di un Santino
che ho con me da decenni, che mi ricorda eventi importanti della mia vita! Prendetelo, ve lo
regalo! Pregate perché questo Santino fa veramente Miracoli!”.
Io rimasi sbalordito e non potei fare a meno di prendere il Santino perché stavamo vivendo entrambi
un evento importante, osannato da Dio, per cui con gli occhi lucidi e ricolmo di commozione
balbettai lentamente: “grazie di cuore, davvero, sono commosso. Non so che rispondervi perché non
mi aspettavo un gesto così importante. Sono senza parole, perdonatemi l’emozione! Ma siete sicuro
che me lo volete regalare? È un Santino importante per voi, lo avete detto voi stesso! È peccato se
lo perdete, riprendetelo per cortesia!”.
Ma lui molto determinato rispose: “adesso ne avete bisogno voi, quindi è vostro. Fatene buon
uso.”. E subito dopo mi salutò ed usci velocemente dalla cella perché altri detenuti lo stavano
chiamando a voce alta.
Io rimasi col suo Santino fra le mani e lo osservai molto attentamente, quasi con devozione, perché
era l’unico elemento spirituale presente nella cella, e pregai come era giusto fare.
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