Dopo qualche minuto fui costretto ad ingoiare il groppo in gola che si formò per l’emozione, e non
fu un’operazione facile perché avevo la bocca impastata e tutte le membra tese, compresi i muscoli
della gola, infatti non riuscii neanche a parlare.
Stavo provando dal vivo una delle emozioni più forti che si possono provare in natura!
Il momento della scarcerazione, soprattutto per una persona innocente, corrisponde ad una vera e
propria Resurrezione. Ad una guarigione improvvisa da una malattia letale. Ad un Miracolo.
Avrei voluto avere la salute e la forza fisica per esultare, per gridare anch’io, a me stesso, “VIA,
VIA!”, ma non ebbi né energia né coraggio.
Dopo aver recuperato un minimo di dignità, persa completamente a causa dell’imbarazzante,
soffocata ed abortita gioia per l’imminente scarcerazione, iniziai a mettere in ordine tutte le mie
cose, e compresi che c’era ben poco da fare perché tutto era rimasto come il giorno in cui entrai in
carcere, tutto era ancora nelle buste di spazzatura nera!
Avrei dovuto soltanto disfare il letto e mettere tutta la dotazione carceraria in un’altra busta nera che
avevo conservato: lenzuola, coperta, cuscino di gomma piuma, sgabello, ciotole.
Era proprio quest’ultima la busta più voluminosa e non ce l’avrei fatta a portarla con me se non
avessi chiesto a Peppe di accompagnarmi giù al momento opportuno.
Era il momento della verità, il rientro a casa, portando dentro di me un tesoro immenso, infinito,
sconfinato: il ricordo della carcerazione che divenne un evento sacro, altrettanto importante quanto
l’altro tesoro che avrei trovato fuori: la libertà.
Sapevo che sarebbe iniziata una nuova era della mia vita, ne ero assolutamente certo.
Nulla sarebbe rimasto uguale a prima.
Indice