Spesso infatti pretendevano di realizzare procedure commerciali che erano assolutamente mediocri
rispetto a quelle ben più serie e quasi scientifiche che avevo programmato io negli anni, e tale
arroganza era ancora più grave perché imposta senza che conoscessero a fondo il settore sanitario
che è molto delicato.
Personalmente, ad esempio, ero certo che per ottenere credibilità dai clienti inserzionisti occorreva
essere prima accreditati presso i principali enti, e loro non erano assolutamente in grado di
comprendere questa regola essenziale!
In ogni caso lo sviluppo dell’attività progrediva, anche se con leggero ritardo perché le somme
raccolte dalle partecipazioni societarie, settore che dirigevano esclusivamente Paolo e la sua amica,
erano inferiori alle attese: erano state assegnate soltanto poco più del 20% delle azioni societarie,
per una raccolta di 330mila euro circa che però, se fossero stati gestiti con oculatezza, sarebbero
stati più che sufficienti per far nascere l’attività e consentire alla società di iniziare ad incassare
quotidianamente somme corpose derivanti dall’attività della rete vendita in tutta Italia.
Decidemmo quindi di far partire la rete vendita al più presto, subito dopo la prevista conferenza
stampa, per iniziare a produrre fatturato. Per supportare i manager commerciali, tra cui alcuni soci,
decidemmo di assumerli e garantire loro uno stipendio. Io addirittura rinunciai all’assunzione per
favorire i dirigenti commerciali che in quella fase andavano supportati, infatti per esigenze relative
alle norme fiscali non potevamo superare le 15 unità che non sforammo proprio grazie alla mia
esclusione.
Pur essendo il fondatore dell’iniziativa, e pur avendo una sorta di incarico di Presidente onorario,
scelsi di non farmi assumere compiendo un gesto di grande umiltà, proprio per dare priorità ai
manager della rete vendita che, invece, dall’inquadramento a tempo indeterminato avrebbero potuto
trarne grossi incentivi ad operare bene, se fossero state persone serie!
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