Quel viaggio, sia all’andata che al ritorno, io ed Anna lo trascorremmo quasi sempre abbracciati, lei
con la testa posata sulla mia spalla in segno di conforto, ma scrutando bene le sue espressioni intuii
che lo fece anche per tentare di carpire le mie emozioni, le mie paure, le mie angosce.
Intuii, infatti, che faceva di tutto per capire cosa mi passasse per la testa, ed ogni volta che
affrontavamo il discorso della sentenza si meravigliava che io fossi così tranquillo, e lo ero davvero.
Ormai mi ero affidato a Dio e quindi qualsiasi esito avesse deciso per me l’avrei accettato.
Avevamo fatto tutto il possibile io ed Anna in quegli anni, e quindi nulla più dipendeva da noi.
Arrivammo a Salerno piuttosto stanchi ma decidemmo di incontrare comunque i nostri amici di
sempre senza lasciar trasparire alcuna preoccupazione, neanche in relazione alla snervante attesa
della telefonata del penalista che non arrivava.
Ormai erano quasi le 21 di sera ed Anna iniziò finalmente a rilassarsi ritenendo che, considerata
l’ora tarda, la sentenza l’avremmo conosciuta il giorno dopo.
Iniziò a scherzare con la sua amica del cuore, mentre io, continuando ad essere rilassato, parlavo
con un altro amico, quando all’improvviso squillò il telefono!
Il panico ricoprì il volto di Anna ma non il mio che mi allontanai per ascoltare riservatamente il
verdetto: “dottore, purtroppo la vergogna che lei temeva si è compiuta, hanno dichiarato
inammissibile il ricorso per cui adesso dovrà andare in carcere! Non c’è nessuna soluzione
alternativa. Mi spiace! Le preciso però che una sospensione è stata concessa soltanto riguardo alle
pene accessorie per le quali tutto il fascicolo è stato rinviato al tribunale e ci sarà quindi una
udienza definitiva in futuro, tra un anno o due! Con questa anomalia, però, non riesco a capire se
intanto deve eseguire la condanna subito o deve attendere l’udienza sulle pene accessorie! In questi
giorni mi informo e le farò sapere. Buona serata e stia tranquillo perché a questo punto, come mi
ha chiesto in caso di condanna, faremo ricorso alla CEDU, la Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo!”.