Il Sole 24 Ore - 03.04.2020

(Martin Jones) #1

12 Venerdì 3 Aprile 2020 Il Sole 24 Ore


Politica


LA SPINTA


DEL COLLE


SUL GOVERNO


PER IL RILANCIO


di


Lina


Palmerini


C


osa succede dopo il 


aprile? E come si sta pre-
parando il Governo a ge-

stire quella “nuova fase


dell'emergenza in cui allentare le
misure e convivere con il virus”? So-

no domande che è lo stesso premier


a mettere sul tavolo parlando a una
Tv spagnola sapendo bene che per-

fino se ci dovesse essere un nuovo


prolungamento del lockdown, do-
vrà comunque far intravedere una

via d'uscita per allentare la pressio-


ne psicologica di chi teme per il pro-
prio reddito. E per le aziende che

non possono ricominciare l'attività


semplicemente girando un inter-
ruttore ma hanno bisogno che il

Governo dia loro il tempo per rior-


ganizzarsi. «Non abbiamo ancora
una data ma ci stiamo lavorando»,

ha detto ieri Conte. Ma se è com-


prensibile che non vi sia già un gior-
no X per il ritorno a una quasi-nor-

malità, è invece necessario vi sia un


lavoro di preparazione. Il punto è
che non ce n'è traccia.

Se si indaga nei ministeri che do-


vrebbero essere coinvolti da un pia-
no di riaccensione dei motori -

all'Economia come allo Sviluppo


economico - dicono che ci si sta
pensando ma la sensazione è che si

è al punto zero, o quasi. Ammissioni
fatte a mezza bocca mentre dalle

Regioni comincia a trapelare l'in-


tenzione di alcuni Governatori - so-
prattutto quelli che sono più avanti

sulla mappa dei tamponi e del test


sul sangue - di cominciare a fare da
soli e programmare con propri cri-

teri le uscite graduali dalla quaran-


tena. Il rischio è di rivedere – ma
questa volta in maniera molto più

esasperata – la conflittualità tra Go-


verno e amministrazioni regionali
perché le aree che sono state più

coinvolte dall'emergenza sanitaria


sono quelle a più alta densità pro-
duttiva. Ieri il centro studi di Con-

findustria ha raccontato di un crollo


di più del % di produzione indu-
striale, un livello che ci riporta 

anni indietro. E le previsioni per


questo mese sono peggiori.
Una pressione in più per Conte,

spinto anche dalle parole del capo


dello Stato che nel suo ultimo mes-
saggio ha fatto un riferimento mol-

to chiaro alla ripartenza. Quasi un


sollecito. «Dobbiamo iniziare a pen-
sare al dopo emergenza, alle inizia-

tive e alle modalità per rilanciare


gradualmente ma con determina-
zione la nostra vita sociale e la no-

stra economia», aveva detto Matta-
rella ed è immaginabile che nei con-

tinui colloqui che ci sono tra i due, il


tema non venga eluso. Ieri si è perfi-
no diffusa una notizia Ansa, che poi

si è scoperto essere un fake, in cui si


parlava di colloqui Colle-premier
per lanciare una task force per la ri-

costruzione guidata da Draghi.


Senza spingersi alla fase della ri-
costruzione, che sarebbe l'ultima

tappa, quello su cui Conte è solleci-


tato a tutti i livelli, anche i più alti, è di
creare una “infrastruttura” che fac-

cia da ponte tra la fase acuta che stia-


mo vivendo e quella che lo stesso
premier ha chiamato “fase ”. E per

guidarla servirebbe un comitato al-


largato non solo agli attuali membri
del nucleo tecnico-scientifico ma a

esperti e dirigenti del Mef o dello


Sviluppo economico (che hanno già
stilato il codice Ateco) per individua-

re tipologie di imprese o esercizi


commerciali che possano garantire
condizioni di sicurezza e che venga-

no valutate prioritarie nell'interesse


nazionale. Una programmazione
necessaria anche alla luce di un altro

fatto: che dopo il decreto di aprile le


risorse per l'emergenza non sono
più scontate e servirà rimettere in

moto l'economia privata.


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POLITICA 2.


ECONOMIA & SOCIETÀ


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«Politica 2.
Economia & Società»
di Lina Palmerini

su
ilsole24ore
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Golden power anche


per aerospazio,


nucleare e biosanità


ASSET STRATEGICI


In arrivo anche l’estensione


dello scudo alle società


strategiche non quotate


Marco Ludovico


ROMA

Prende forma la revisione del golden


power annunciata dal presidente del
Consiglio Giuseppe Conte. L’idea di

fondo, uno scudo molto più grande


a tutela delle imprese italiane, sta di-
ventando concreta con il lavoro dei

tecnici coinvolti: della presidenza


del Consiglio, compreso il sottose-
gretario Riccardo Fraccaro; al Mef

con il ministro Roberto Gualtieri e il


vice Antonio Misiani; al Mise guida-
to da Stefano Patuanelli; gli esperti

dei Servizi di informazione e sicu-


rezza. Potrebbe entrare in gioco an-
che la Difesa di Lorenzo Guerini. Pa-

tuanelli ieri ha confermato: «Il gol-


den power può essere rafforzato e
allargato». Il nuovo dispositivo do-

vrebbe entrare nel «decreto liquidi-


tà» del Governo previsto tra sabato
e domenica. C’è un principio di par-

tenza già condiviso. L’epidemia CO-


VID- e i rischi incombenti per
l’economia italiana impongono di

riconsiderare il golden power: nella


prospettiva attuale deve garantire
tutela e protezione di un’impresa

strategica non solo per la sicurezza


nazionale, ma per la sicurezza della
stessa economia italiana. Il catalogo

dei settori da mettere sotto protezio-


ne si fa dunque molto più ampio.
Entra in campo il settore biomedica-

le: troppo facile intuire quanto l’Ita-
lia possa diventare oggi nazione a ri-

schio attacco estero se le sue impre-


se pregiate in questo ambito finisco-
no in mani straniere ostili. Si

affianca, non meno importante,


l’elettromedicale. Poi ci sono le in-
frastrutture strategiche da proteg-

gere ora più che mai. Quelle del set-
tore idrico. Il nucleare, nelle sue va-

rie dimensioni ancora in essere.


L’aerospazio, dove ci sono alcune
autentiche eccellenze italiane, a di-

sposizione una quantità ingente di


finanziamenti dell’Unione europea,
farebbero gola a chiunque. In gioco

anche il tema degli approvvigioa-


menti nel settore agroalimentare,
c’è chi solleva l’ipotesi di tutelare

gioielli come Barilla. La finanza è


l’altro terrereno di una partita anco-
ra da concludere. Bisogna protegge-

re le piattaforme di compravendita,


le strutture e le tecnologie finanzia-
rie organizzate per il mercato azio-

nario e degli altri titoli. Si conferma,


infine, l’ipotesi di estensione dello
scudo a banche e assicurazioni. Ma

non è finita. Se passerà l’idea di tute-


lare la dimensione strategica per
l’economia italiana di un’azienda o

di un settore, il nuovo meccanismo


di protezione potrebbe estendersi
anche alle società non quotate. La

sintesi, alla fine, dovrà avvenire a li-
vello politico tra palazzo Chigi, Mef

e Mise. Ieri il presidente del Copasir


Raffaele Volpi ha reso noto che «il
comitato ha rafforzato la sua perce-

zione di un urgente approfondi-


mento degli aspetti di salvaguardia
strategica degli assetti bancari e as-

sicurativi». Ricomincia così a breve


il ciclo di audizioni, il Copasir vedrà
i vertici delle agenzie d’intelligence

e dei maggiori istituti di credito


(Unicredit, Intesa, Ubi, etc.). Il vice al
Copasir Adolfo Urso (Fdi) ha pre-

sentato un emendamento al Dl «Cu-


ra Italia» per rafforzare il golden
power esteso ai settori credito, assi-

curazioni e finanza. Prevede anche


un tavolo interistituzionale di coor-
dinamento con il sistema economi-

co produttivo e un tavolo strategico


per la promozione dell’interesse e
della sicurezza nazionale. L’impatto

di questi tavoli è complesso, non fa-


cile da valutare sul piano politico.


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Funzione pubblica,


stop al rischio fuga


dei dipendenti Pa


PUBBLICO IMPIEGO


Niente esonero automatico


se l’ente non individua


le attività essenziali


Gianni Trovati


ROMA

Lo smaltimento delle vecchie ferie


può essere imposto ai dipendenti
pubblici quando «non ci siano le

condizioni» per lo Smart Working.


Ma dal canto loro i dipendenti pub-
blici non possono considerarsi «au-

tomaticamente autorizzati a non


presentarsi al lavoro» quando il loro
ente non ha fissato l’elenco delle at-

tività «indifferibili», cioè quelle da


garantire anche nell’emergenza.
Il blocco imposto dall’emergenza

sanitaria anche alla vita quotidiana


della Pubblica amministrazione sta
generando parecchio caos negli uffi-

ci pubblici, inevitabilmente impre-


parati al lavoro agile di massa sia dal
punto di vista tecnologico sia da

quello culturale, come mostrano le


resistenze dirigenziali segnalate da
più parti all’individuazione puntua-

le delle attività da svolgere in pre-


senza e le difficoltà organizzative di
molti dipendenti. Per provare a met-

tere ordine la Funione pubblica in-
terviene allora con una circolare a

tutto campo, la /, che tenta di


rinforzare i principi base per la Pa in
emergenza: lavoro agile come rego-

la, presenza fisica quando necessa-


ria, e ferie, permessi e congedi extra,
nel ventaglio ampio messo a dispo-

sizione dal decreto Marzo, da utiliz-


zare quando è necessario e non
quando si vuole scappare dalle gri-

glie organizzative. Griglie che come


ricorda la circolare firmata dalla mi-
nistra della Pa Fabiana Dadone ri-

guardano sia i dirigenti sia i dipen-


denti. Primo punto: il decreto Marzo
prevede la possibilità di esonerare i

dipendenti dal servizio, equoipa-
rando a tutti gli effetti il periodo di

esenzione alla presenza in servizio.


Ma questo strumento va usato con
misura, «come extrema ratio e in ca-

si puntuali», sulla base di una valu-


tazione che il dirigente deve condur-
re tenendo conto delle esigenze di

servizio. Non può insomma trasfor-


marsi in una via di fuga di massa dal-
le responsabilità dirigenziali e dagli

obblighi dei dipendenti.


I dirigenti devono insomma pri-
ma di tutto individuare le attività es-

senziali da svolgere in presenza, le


uniche che possono derogare alla re-
gola generale del lavoro a distanza.

In quest’ottica, ferie pregresse, con-
gedi, turnazioni e in generale gli altri

strumenti alternativi alla presenza


fisica vanno modulati per far funzio-
nare al meglio lo Smart Working, e

non per cancellarlo nei fatti.


Con la circolare Palazzo Vidoni
coglie poi l’occasione per dare una

serie di chiarimenti operativi impor-


tanti per ampie fasce di dipendenti
pubblici. Anche a loro, per esempio,

si rivolge la norma che equipara alla


presenza in servizio le assenze di di-
sabili gravi e persone immunode-

presse o sottoposte a terapie salvavi-


ta, anche se il titolo dell’articolo (il 
del Dl /) fa riferimento solo al

settore privato.


I  giorni aggiuntivi di permessi
entro aprile per assistere famigliari

disabili (legge ) seguono le regole


ordinarie, per cui aumentano in ba-
se al numero dei famigliari da assi-

stere. Ma il meccanismo, sostiene la


circolare, deve essere «compatibile
con le esigenze organizzative della

Pa», con un limite difficile da gestire


in relazione a un diritto.
Oltre alla circolare, ieri la Funzio-

ne pubblica ha diffuso un altro chia-


rimento: il diritto di accesso genera-
lizzato (Foia) è sospeso “solo” fino al

 aprile, e non fino al  maggio.
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Accordo sulla corsia rapida


per il Cura Italia in Parlamento


Emilia Patta


Manuela Perrone


ROMA


Accordo nella maggioranza per un’ap-


provazione rapida del decreto “cura


Italia”, rinviando a ordini del giorno


impegnativi per il “Dl aprile” tutti gli


emendamenti onerosi fin qui presen-


tati dalla maggioranza. Via libera, sen-


za bisogno di attendere il voto del Par-


lamento sul nuovo scostamento di bi-


lancio, allo stralcio delle misure per ga-


rantire con circa  miliardi il credito


fino al % del fatturato per le imprese,


misure che saranno contenute in un


decreto da approvare domenica o al


massimo lunedì. Avvio della cabina di


regia con le opposizioni, che si riunirà


di nuovo oggi pomeriggio.
Ieri girandola di incontri, prima i ca-

pigruppo della maggioranza con il mi-
nistro dei Rapporti con il Parlamento

Federico D’Incà, poi il faccia a faccia con


le opposizioni, infine la sintesi a Palaz-
zo Chigi tra il premier Giuseppe Conte,

i ministri Roberto Gualtieri e D’Incà e di


nuovo i presidenti dei gruppi MS, Pd,
Italia Viva e Leu. Obiettivo del premier

è assicurarsi un iter più rapido possibile


innanzitutto del “cura Italia” e poi dei
decreti che arriveranno a stretto giro.

Va in questa direzione l’intesa tra i


partiti della maggioranza di trasforma-
re gli emendamenti onerosi presentati

in ordini del giorno su una decina di


macro-temi, dal rinvio delle scadenze
fiscali al sostegno agli enti locali, dalle

misure per agricoltura e turismo al-


l’estensione del bonus per professioni-
sti e altre attività economiche, fino al

reddito d’emergenza per le fasce più


fragili. Ma nonostante questa decisione
restano alcuni emendamenti ordina-

mentali (solo il Pd ne ha presentati ,
MS e Iv di più) che Conte invita a sfolti-

re, raccomandando al tempo stesso la


massima collaborazione con i capi-
gruppo delle opposizioni. Per smussa-

re gli spigoli, D’Incà ha sottolineato «la


volontà del Governo di accogliere le in-
dicazioni del centrodestra» e ha segna-

lato come «decisivo» il nuovo incontro


di oggi pomeriggio alle .
Per l’opposizione di Lega, Fdi e Fi ciò

che conta adesso è ricevere adeguate


rassicurazioni sui contenuti e sull’entità
del decreto aprile da approvare in Con-

siglio dei ministri entro Pasqua. Duran-


te le riunioni di ieri, Conte e Gualtieri
hanno confermato che lo scostamento

andrà oltre i - miliardi ipotizzati al-


l’inizio. E il ministro dem dell’Economia
ha chiarito che per l’iniezione di liquidi-

tà non bisognerà aspettare il “sì” del


Parlamento al nuovo aumento di defi-
cit, in quanto le garanzie statali possono

essere scontate successivamente.


L’incognita resta l’Europa. E su que-
sto punto l’opposizione è tornata in pres-

sing. «Non vogliamo più sentir parlare
del Mes», ha avvertito Matteo Salvini

chiedendo di mettere sul piatto  mi-


liardi proprio all’indomani dell’apertura
di Conte sull’utilizzo del Mes, sia pure

«snaturato e senza condizionalità». Ma


non è soltanto la Lega con Fdi a contesta-
re il ricorso al Fondo Salva-Stati. Le paro-

le del premier non sono piaciute neanche


ai Cinque Stelle. A rappresentare le riser-
ve del Movimento il ministro dello Svi-

luppo economico, Stefano Patuanelli:


«Non è lo strumento giusto, se poi servo-
no quei soldi rompiamo il salvadanaio e

usiamoli, ma dobbiamo romperlo». Da
parte sua il premier confida nell’ammor-

bidimento di tutte le posizioni, sapendo


di poter contare sull’appoggio del Pd lun-
go l’asse Gualtieri-Gentiloni in perfetta

sintonia con il segretario Nicola Zinga-


retti, che ieri ha ribadito, avvertendo le
opposizioni: «Puntare a distruggere

l’Europa è quanto di più stupido di possa


pensare, la Ue ha già fatto tanto. Nessun
Paese europeo può salvarsi da solo».

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MAGGIORANZA


Emendamenti onerosi


trasformati in Odg al


decreto di aprile


LA STRATEGIA IN VISTA DELL’EUROGRUPPO


Pressing italiano per una garanzia Ue


Gerardo Pelosi


ROMA


Sarà un pacchetto di varie misure per


complessivi mille miliardi di Euro


quello che verrà preso in esame il 


aprile dall'Eurogruppo. È circa la metà


di quanto annunciato per l'emergenza


sanitaria dal presidente americano per


gli Stati Uniti ( trilioni di dollari) ma è


sulla sua articolazione che manca an-


cora un accordo tra gli Stati membri,


soprattutto tra quelli del Nord capeg-


giati da Germania e Olanda e quelli co-


me Francia, Spagna e Italia dove l'epi-


demia finora è più grave. Le diploma-


zie sono al lavoro su un ventaglio di


ipotesi che spaziano da un Mes (fondo


salva Stati) senza condizioni e con tetti
più elevati al fondo Sure da  miliar-

di per i disoccupati all'aumento fino a


 miliardi di Euro delle emissioni
della Bei. Se si troverà un accordo di

massima nell'Eurogruppo sarà poi un


Consiglio europeo sempre in video-
conferenza ad approvare l'articolazio-

ne degli strumenti finanziari. «Credo


che tutti, con il tempo, si renderanno
conto che una risposta europea condi-

visa, forte e rapida è l'unica soluzione



  • ha detto il premier Conte alla tv spa-


gnola - una risposta lenta sarebbe inu-


tile». A Palazzo Chigi e al ministero
dell'Economia si lavora d'intesa con gli

altri Paesi per cercare di far capire so-


prattutto a Germania e Olanda che
nessuno chiede un Euro in più ai Paesi

del Nord. Con una garanzia europea


sull'emissione dei titoli italiani è previ-
sta una responsabilità in solido solo

nel caso di default dell'Italia, evento
che non si è mai verificato. Ma con la

garanzia europea si possono mettere


sul mercato titoli con tassi vicino allo
% mentre con la sola garanzia italiana

per l'effetto Spread si arriva al % con


un effetto decisivo sulla leva fiscale.
In sostanza l’Italia chiede un contri-

buto sulla garanzia sovrana ma re-


stando fermo il principio che il debito
passato e presente lo ripagheremo noi.

Conte non sembra insistere sul concet-
to “Eurobond o niente” consapevole

che occorre trovare un insieme di mi-


sure che contemplino anche il Mes
senza condizioni o con l'unica condi-

zionalità di destinare le risorse


all'emergenza sanitaria. Ma nessun
monitoraggio o trojke come nel caso

della Grecia. «Ma neppure- dicono


fonti governative - una condizionalità
“bassa” perché quella che per loro po-

trebbe essere bassa per noi potrebbe


rivelarsi altissima». Oltre a ciò si discu-
te di una ricapitalizzazione della Bei

che verrebbe autorizzata ad emettere


nuovi titoli fino a  miliardi di Euro.


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