Il Sole 24 Ore - 20.03.2020

(Nancy Kaufman) #1

Il Sole 24 Ore Venerdì 20 Marzo 2020 15


Economia


Imprese


Non solo abiti da sposa:


il brand del gruppo Calzedonia
presenta per la primavera-

estate una collezione adatta


a party all’aperto e ad altre
occasioni speciali

Moda donna


Atelier Emé


allarga l’offerta


di abiti da giorno


e da cerimonia


L’annullamento dei concerti


dal vivo fino al  aprile ha
generato mancati incassi per

 milioni, a cui va aggiunto


l’indotto, compresi i mancati
diritti Siae

—a pagina 


Intrattenimento


Lo stop


alla musica live


crea un danno


da 100 milioni


PANORAMA


Per una notizia positiva arrivata ieri dai commissari di
Mercatone Uno – sei punti vendita pronti per la cessione

e  posti di lavoro salvati – ne arriva in contemporanea


un’altra negativa da un fornitore chiave del gruppo di-
stributivo di Imola: il mobilificio riminese Industrie Va-

lentini Spa, specializzato in mobili in kit e arredo casa,


ha depositato in tribunale la domanda di concordato in
bianco e ora  lavoratori ( diretti e  indiretti)

rischiano il posto di lavoro. Dietro all’inasprirsi della


crisi del settore e all’emergenza Coronavirus che ha bloc-
cato una trattativa con un partner industriale, la debacle

della più importante azienda del legno di Rimini è legata



  • riferisce un comunicato sindacale – a «importanti in-
    soluti e ritardi negli incassi da clienti. Tra questi il triplice


default del gruppo Mercatone Uno, che ha lasciato impa-


gati debiti sia precedenti all’amministrazione straordi-
naria (partita nell’estate , ndr) sia generati dalla pro-

cedura ministeriale e dall’assuntore, ora fallito, Shernon


Holding». Si tratterebbe di , milioni di euro di crediti
vantati dalla famiglia Valentini verso l’ex colosso di Imo-

la (il patron Luigi Valentini era socio di Romano Cenni,


con il % di Mercatone), tra  milioni in capo all’ammi-
nistrazione straordinaria e altri , milioni deli nove me-

si di gestione Shernon. A fine  risulta che Valentini


Industrie avesse un debito complessivo di  milioni di
euro (di cui  verso le banche) a fronte di ap-

pena  milioni di fatturato. Sempre ieri i tre


commissari straordinari Antonio Cattaneo,
Giuseppe Farchione e Luca Gratteri (al timone

da giugno scorso) hanno presentato al Mise
l’istanza di autorizzazione per la cessione di sei

punti vendita di Mercatone Uno a due diverse


realtà imprenditoriali. Cinque punti vendita
saranno ceduti a Risparmio Casa (catena ro-

mana con  negozi in Italia di igiene della


casa e della persona) che, nonostante la situa-
zione di blocco attuale delle attività commer-

ciali, ha confermato l’offerta vincolante da  milioni di


euro per acquisire i punti vendita di Calenzano (Firenze),
Monterosi (Viterbo), Roma, San Giuseppe di Comacchio

(Ferrara) e Villanova d’Albenga (Savona), con l’impegno


a riassorbire il % dei dipendenti Mercatone, ossia 
persone. Un sesto punto vendita, quello di San Cesareo

vicino alla capitale, verrà venduto – con la salvaguardia


di cinque posti di lavoro - a una newco locale che ha la
proprietà dello stesso immobile (mai retrocesso all’am-

ministrazione straordinaria e oggetto di sfratto esegui-


to). Numeri ancora piccoli, rispetto ai  negozi, tutti
chiusi al momento, a insegna Mercatone Uno e ai .

lavorati coperti dalla Cigs fino al prossimo  maggio,


ma in una situazione tanto buia per l’economia naziona-
le sono una nota positiva. I commissari hanno infatti

preferito portare avanti le pratiche per questa prima


tranche sicura (ora mancano il via libera del Comitato di
sorveglianza, del Mise e delle controparti sindacali) sen-

za aspettare di chiudere la trattativa in corso con Max


Factory, la catena di abbigliamento gestita da imprendi-
tori cinesi con otto store in Italia, che ha fatto un’offerta

vincolante per altri quattro negozi Mercatone Uno e l’im-


pegno a riassorbire tutti i  lavoratori. «L’offerente ha
manifestato la disponibilità a riavviare il processo allor-

quando si sarà conclusa l’attuale fase di emergenza per
l’economia del Paese», fanno sapere i commissari, che

stanno lavorando anche a soluzioni innovative, alterna-


tive sia dal punto di vista del business che della formula
proprietaria, per salvare punti vendita e occupazione.

—Ilaria Vesentini


© RIPRODUZIONE RISERVATA

CRISI DI IMPRESA


Mercatone Uno salva


parte dei punti vendita


Fondimpresa viene incontro alle esigenze delle aziende
in questa situazione di emergenza. Insieme ad Anpal

(l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro)


sta predisponendo nuove modalità operative per con-
sentire la formazione a distanza ad imprese e

lavoratori, utilizzando nel modo più proficuo


il periodo di smart working. Lo ha annunciato
il direttore generale, Elvio Mauri. È stata sospe-

sa fino al  aprile l’attività di aula ma contem-


poraneamente le aziende che aderiscono pos-
sono convertire le attività formative previste in

aula con la videoconferenza.
Questa formula, precisa Mauri, non è assi-

milabile alle altre attività svolte in modo non


tradizionale (action learning, Fad, affianca-
mento, training on the job, coaching) per le quali resta-

no in vigore le percentuali stabilite dal Fondo. Tra le


decisioni prese da Fondimpresa c’è anche lo sposta-
mento dei termini per la presentazione di avvisi e quali-

ficazioni. L’elenco completo è disponibile sul sito.


—N.Pi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

SMART WORKING


Fondimpresa con Anpal


su formazione a distanza


Floreale.
Look Atelier Emé
per la P-E 2020

+Articoli e gallery dalle


sfilate di Milano e Parigi


http://www.ilsole24ore.com/moda


Il gruppo


Valentini


porta i libri


in tribunale:


mancati


pagamenti


da parte


di Mercatone


Le aziende


possono


convertire


le attività


formative


con la video-


conferenza


Bonomi:


«Una grande


alleanza


per ricostruire


il futuro»


INDUSTRIA


Il presidente Assolombarda:


una strategia condivisa


per andare oltre l’emergenza


Non c’è sostegno al reddito


che valga se non si riesce


a tutelare la produzione


Luca Orlando


Una grande alleanza pubblico-pri-


vato che salvaguardi la sicurezza, la


produzione, il futuro. Per guardare


avanti con una strategia chiara, af-


frontando le sfide gigantesche che


ci aspettano. È il senso dell’appello


di Carlo Bonomi, presidente di As-


solombarda, che chiede al Governo


l’adozione di una visione più ampia,


rivedendo subito parte delle misure


prese, in modo da affrontare al me-


glio l’emergenza. Sanitaria, anzi-


tutto, nella consapevolezza della


pesantezza delle misure restrittive,


che si chiede comunque a tutti di


rispettare. «Ma al contempo - spie-


ga Bonomi in una nota di Assolom-


barda - dobbiamo alzare lo sguar-


do». Allungare la visione prospetti-


ca per affrontare le conseguenze


economiche della più rilevante in-


terruzione dell’offerta dal secondo


dopoguerra. Generando «effetti e


conseguenze economiche e sociali


fino all’altro ieri inimmaginabili».


Che l’Italia - spiega Bonomi - pro-


prio in quanto Paese occidentale in-


vestito per primo dal contagio e con


un enorme debito pubblico, figlio di


anni di scelte sbagliate, rischia di


subire con maggior intensità.


Dal lato delle imprese - spiega -


si intende mettere a disposizione


ogni competenza e avviare fin da


subito un confronto per immagina-


re insieme scelte e misure adatte


per contenere il più possibile le
enormi perdite in arrivo. L’auspi-

cio, in termini più ampi, è quello di


replicare best practice vincenti
adottate nel passato. In particolare

recuperando quella grande coope-
razione pubblico-privato «che ha

fatto reggere l'Italia ai colpi durissi-


mi del secondo conflitto mondiale,
del terrorismo, dell’inflazione, del

rischio di insolvibilità che ci portò


alla crisi del ».
Cooperazione che funziona nel-

l’ambito dell’emergenza sanitaria e


che ora va però estesa a tutta l’eco-
nomia italiana. L’obiettivo è quello

di superare la fase dei decreti legge


ispirati all’emergenza, correggendo
in primis quanto all’interno del de-

creto “Cura-Italia” appare «inade-


guato». Strumento che accanto a
misure apprezzabili prevede proce-

dure di Cig troppo farraginose e pri-


ve del necessario anticipo bancario,
una ingiusta asimmetria nel soste-

gno al reddito di dipendenti ed au-


tonomi, dilazioni troppo brevi per
pagamenti di imposte e contribuiti,

misure non adeguate per le aziende


con più di  milioni di fatturato, aiu-
to solo simbolico ( milioni tra-

mite Cdp) nel sostegno alla liquidità


per realtà oltre i  addetti.
Agire subito, dunque, mettendo

però a fuoco alcune priorità che se-


gnino il percorso successivo. Par-
tendo da un punto fermo: l’impresa.

«Non c'è sostegno al reddito che
valga - spiega Bonomi - se non tute-

liamo la produzione, la manifattura


e l’offerta di servizi, non solo con
misure a tempo a favore delle filiere

oggi più colpite come ristorazione,


turismo e trasporti».
L’auspicio è quello di una strate-

gia-Paese di lungo termine e con


una visione internazionale, in as-
senza della quale «logica conse-

guenza sarà un aumento dei falli-


menti e del tasso di disoccupazione,
con pericolose ricadute sulla coe-

sione sociale». Misure da adottare


in modo tempestivo e con un con-
fronto delle parti, tenendo conto

delle conseguenze: «basta inter-


venti figli di contrattazioni politi-
che riservate e appresi solo leggen-

do testi che arrivano a scelte fatte».


Scelte italiane e non solo, con le
nuove misure «finalmente» an-

nunciate dalla Bce che vanno incal-


zate dall'Italia con proposizioni non
solo innovative (eurobond anti-cri-

si, riorientamento dei fondi Ue in


chiave emergenziale) ma anche re-
sponsabili. Avanzando dunque

proposte straordinarie di utilizzo


del Fondo Salva-Stati, all’interno
però di un quadro credibile di impe-

gni pluriennali di rilancio della pro-
duttività e di contenimento di ogni

deficit che non sia momentanea-


mente dovuto alla crisi.
«Ci auguriamo - conclude Bono-

mi - che istituzioni e società civile


condividano e arricchiscano lo spi-
rito che ci induce a questo appello.

Questo è il tempo innanzitutto di


dare senza aspettare di ricevere: il
futuro che vogliamo parte da noi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ART. ENTE BENEFICIARIO RIF. NORMATIVO MISURA DOTAZIONE IN MLN €

48 Mcc Pmi L. 662/96Garanzia 1.


48 Ismea Sett. agricolo Dl 102/2004Garanzia 100


52 Sace Spa Sett. crocieristico L. 326/2003Garanzia 2.


54 Mef Imprese L. 58/2019 Credito imposta (1)


20% del credito
ceduto fino a 2 bn

55 Mcc Pmi


Non revocabilità del credito
fino al 30/09/





56 Cdp Banche Garanzia 500


61 Mef Imprese Cred. imposta per sanificazione 50


62 Mef Botteghe e negozi Credito d'imposta (2)


60% del canone di
locazione di marzo

75


Ministero


Politiche Agricole


Settore agricolo L. 44/2019 Copertura interessi passivi 100


77 Mise


Piccole e medie


imprese


L. 160/2019 Sviluppo strategico 400


85 Min. Turismo Imprese e spettacolo Sussidio 130


86


Ministero
Beni Culturali

Artisti Sussidio (3)


10% compensi


Siae


90 F. solid. sett. Aereo Lavoratori L. 291/2004Sussidio 200


TOTALE ESCLUSI (1)(2)(3) 7.


Le Cifre del Decreto Cura Italia


Fonte: Elaborazione di Costantino De Blasi – Liberi Oltre

L’INTERVENTO


SERVONO MEZZI VERI COME IN GERMANIA:


250 MILIARDI PER I DEBITI DELLE IMPRESE


I


l settore produttivo italiano


fronteggia una crisi drammatica
con un mercato domestico ab-

battuto e un mercato internazio-


nale ridotto di oltre il %. Uno
shock rovinoso, peggiore di quello

subito durante la crisi del .


Oberate di costi e con ricavi decur-
tati le imprese italiane sono desti-

nate a fallire nel giro di poche setti-


mane.Di fronte ad una prospettiva
talmente devastante, il dispiego di

mezzi per contenere i danni deve


essere ampio, oltre che tangibile ed
immediato, come insegna l’esem-

pio della Germania che ha stanzia-


to fino a  miliardi di garanzie al
sistema produttivo.

Le misure frammentate, confuse


ed incerte di questo governo, sup-
portate da risorse esigue e confezio-

nate in un tripudio di burocratese


sono deleterie. Aggiungono scon-
certo al danno. Il Decreto Cura Italia

andrebbe definito più propriamente


Placebo Italia. Un provvedimento
abborracciato, imbottito di palliativi

a pioggia monsonica, tipici delle
manovre di stampo pre-elettorale e

intriso di prese in giro (ad esempio


il rinvio di  giorni dei pagamenti
IVA comunicata due giorni prima

della nuova scadenza). Nella Tabella


sono riassunti i principali elementi
dei  articoli che ammontano a po-

co più di  miliardi oltre a qualche


sostegno di contorno.
Il fatidico (e in questi giorni abu-

sato) slogan “Whatever it takes” per


essere credibile richiede risorse sen-
za precedenti. Al contrario è del tut-

to controproducente scimmiottare


la credibilità di Draghi balbettando
cifre a casaccio ad esempio il mira-

bolante volano di  miliardi di eu-


ro decantato da Conte (attivabile con
questi pochi spiccioli). Inoltre pro-

mettere un altro decreto in aprile


(quando sarà troppo tardi), come se
la politica economica fosse una tele-

novela a puntate, diffonde una sen-


sazione di incapacità e indecisione.
Oltre all’assistenza ai redditi

(cassa integrazione e sussidi vari) e
gli stanziamenti per la Sanità biso-

gna montare una rete robusta per


proteggere le imprese dagli effetti
rovinosi, ed al momento imprevedi-

bili, della crisi. Va messa in sicurezza


la struttura portante di tutto il siste-
ma economico italiano lasciando

perdere la retorica vacua (e spesso


clientelare) che privilegia le PMI
(presunte buone a prescindere) a di-

scapito delle grandi imprese (pre-


sunte cattive). Altrimenti l’impulso
alla domanda si sgonfierà presto

senza la difesa dell’offerta che ri-


schia il tracollo.Il cardine di questa
terapia d’urto deve essere una ga-

ranzia per i debiti delle imprese con


dotazione fino a  miliardi di euro
attraverso una facility costituita in

seno alla Cassa Depositi e Prestiti


che si estenda per un massimo di
due anni. In una situazione di totale

incertezza va evitato in primo luogo


che le imprese si trovino senza cre-
dito per pagare i costi durante i mesi

di inattività o di limitata attività. In


secondo luogo va evitato che le
aziende dubitino della capacità di

clienti e fornitori di onorare i paga-


menti o le commesse e quindi crolla-
no le catene del valore. Del resto se

solo alcuni paesi europei mettessero
in cantiere questo tipo di intervento

pubblico mentre ad altri fosse impe-


dito, ciò costituirebbe una plateale
forma di concorrenza sleale all’in-

terno del mercato unico euro-


peo.Parimenti, a livello europeo va
attenuata la rigidità regolamentare

nelle classificazioni dei crediti ban-


cari. Ad esempio un credito non va
catalogato come deteriorato se il pa-

gamento della rata ritarda oltre 


giorni. Altrimenti troppe imprese
precipiterebbero in un circolo infer-

nale di rating deteriorato e rischio


cliente che si riverbera anche sulla
stabilità delle banche.

D’altro canto lo stato italiano de-


ve assumersi le proprie responsabi-
lità di fronte ai cittadini. In partico-

lare deve pagare senza indugi i de-


biti della PA verso i fornitori, come
peraltro imposto dalla direttiva Ue

(e da una recente sentenza della


Corte europea). Inoltre deve per-
mettere a tutti i contribuenti di

compensare immediatamente cre-


diti e debiti verso il fisco, tra l’altro
abolendo l’odioso divieto (art.  DL

/) di compensazione oriz-
zontale per chi ha cartelle scadute

di importo superiore a  eu-


ro.Infine per destinare risorse pre-
ziose verso l’economia reale, va af-

frontato il capitolo degli sprechi e


della spending review.
Tanto per cominciare non è pensa-

bile che in un momento di tale gravità


si mantenga il privilegio di Quota
per pochi fortunati beneficiari, che ri-

manga aperto il pozzo senza fondo di


Alitalia o che il patrimonio immobi-
liare dello stato costituisca un onere

e non una fonte di reddito.


*Fondatore del Mandarin Fund


**Economista
© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Alberto Forchielli* e Fabio Scacciavillani**


Carlo Bonomi. Presidente di Assolombarda


IMAGOECONOMICA

ORSINI (FEDERLEGNO)


Surreale il rinvio


di quattro giorni


per pagare la Pa


«Non vivono nel mondo reale».


Sulla stessa lunghezza d’onda del


presidente di Assolombarda, Carlo


Bonomi, il presidente di


FederLegnoArredo Emanuele


Orsini, che critica il differimento dal


 al  marzo delle scadenze del


termine per i versamenti verso la Pa


per gli operatori ai quali non si


applica la sospensione.


«Sinceramente - spiega - sembra di


vivere su un altro pianeta. La classe


politica non sta capendo fino in


fondo quello che sta succedendo


all’economia del nostro Paese. Ogni


imprenditore sta cercando di


mettere in sicurezza le proprie


aziende. E lo Stato cosa fa? Ci


concede quattro giorni. Se qualcuno


mi chiede di convincere i miei


associati a pagare, sinceramente


rispondo con un convinto no».


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