La Stampa - 19.03.2020

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Attivato un numero verde per chi non può occuparsi dei suoi animali

Nei canili stop alle adozioni

Ma si va avanti con i volontari

IL CASO

CRISTINA INSALACO

A

nche i canili sono
chiusi per il Corona-
virus, ma le cure agli
animali sono garanti-
te da dipendenti e volontari,
seppur con una presenza ridot-
ta. A Torino i dipendenti comu-
nali del rifugio di strada Cuor-
gnè lavorano in smart wor-
king, mentre gli operatori En-
pa continuano a occuparsi di
pappe, pulizie e passeggiate. Il

rifugio sanitario di via Germa-
gnano 11 è invece operativo
per analisi e cure, ed è qui che
se fosse necessario potrebbero
essere portati cani e gatti soli,
con proprietari ricoverati per
il Covid- 19 senza reti familia-
ri. Per chi è in quarantena cau-
telativa e non può portare a
spasso Fido, è stato attivato il
numero verde della Protezio-
ne Civile (800.444.004), che
interviene per queste operazio-
ni. Ma per i prossimi giorni la
città sta costruendo una rete
più ampia con le associazioni

del territorio. «Invitiamo i cit-
tadini a creare reti solidali nei
condomini a sostegno di chi
non può uscire di casa con il
proprio cane - dice Alberto
Unia, assessore all’ambiente -
Con il coinvolgimento di asso-
ciazioni, consulta animalista e
Protezione Civile stiamo lavo-
rando per garantire il benesse-
re degli animali».
Al Bau di Alpignano il nume-
ro dei volontari al rifugio è ri-
dotto del 50%, con accesso al
pubblico e adozioni bloccate
come è stato stabilito per tutti i

canili del territorio. «Il nostro
problema è la mancanza di of-
ferte e donazioni - dice la re-
sponsabile Giovanna Rissone -
L’ultima donazione di cibo risa-
le a dicembre». Al canile di Ca-
vour hanno dovuto sospende-
re anche l’attività dell’ambula-
torio veterinario: «Resistia-

mo, ma a fatica, con guanti e
mascherine e senza volontari -
dice Annalisa Fogli -. Abbiamo
chiesto un po’ di aiuto con una
raccolta fondi per Pasqua: ven-
diamo uova e cesti con conse-
gne a domicilio». E se dall’Arca
di Piera di Rivalta sono rimasti
in sede solo i dipendenti e i

membri del consiglio diretti-
vo, «il telefono non squilla qua-
si più - dice Franca Ancillotti -
neanche per le adozioni a di-
stanza». Luciano Sardino, re-
sponsabile del rifugio di Calu-
so: «Ci sono arrivate pochissi-
me segnalazioni di cani abban-
donati o dispersi».
Il recupero degli animali sel-
vatici su tutto il territorio di To-
rino e provincia è invece sospe-
so: «Se ci portano un capriolo
o un rapace in sede noi lo curia-
mo - spiega Giuseppe Quaran-
ta, vice responsabile del Canc,
il centro animali non conven-
zionali di Grugliasco - Ma non
ci possiamo spostare per i sal-
vataggi». Anche Zoom è chiu-
so al pubblico, ma lo staff del
bioparco di Cumiana continua
a raccontare la quotidianità di
animali, keeper e biologi attra-
verso la pagina Facebook. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel quartiere Falchera vivono molti anziani e i servizi sono pochi

Ma commercianti e volontari danno una mano: “Siamo un paese”

I giorni più difficili


della periferia isolata


Che si scopre solidale


LODOVICO POLETTO

L

a signora Enza cerca
un passaggio in auto
per andare a Lanzo a
trovare il marito, rico-
verato lì. Fino a qualche gior-
no fa era al Giovanni Bosco,
tutto sommato vicino a casa, e
ci poteva andare in tram, ma
poi lo hanno trasferito perché
avevano bisogno di posti letti e
di riorganizzare l’ospedale. E
ad Enza è caduto il mondo ad-
dosso.
C’era coda l’altra mattina da-
vanti al supermercato In’s. Co-
sì tanta gente che aspettava di
entrare che la giornalaia ades-

so dice: «Quasi da prendersi
per i capelli». Del resto questo
è l’unico supermercato del
quartiere. Ed è più vicino alla
leggenda che alla realtà dire
che tutti quelli di Falchera van-
no a fare la spesa da Auchan.
Per fortuna ieri era mercoledì,
giorno di mercato, e in strada
sono scesi in tanti, perché se
abiti in un posto come questo,
ai confini della città, anche il
mercato è un evento.
Ai tempi del male che non
ha ancora una cura, Falchera
respira aria di isolamento for-
zato. Più che altrove. E le po-
che persone che vedi a passeg-
gio nel nuovo parco non anco-
ra inaugurato sono quelli che
proprio non ce la fanno più a

stare in casa. Facciate dei pa-
lazzoni tappezzate di bandie-
re italiane, i soliti striscioni
con la scritta «Andrà tutto be-
ne». Li guardi e lo sai che lì abi-
tano dei bambini. Che andava-
no a scuola nel plesso a due
passi dall’In’s. Ora anche loro
fanno lezioni a distanza. Ma
qui non tutti a casa hanno
stampanti e connessioni inter-
net per seguire e scaricare com-
piti. E così Gioia Raro, educa-
trice di professione e volonta-
ria per vocazione, fa il giro del-
le case dove vivono quelli che
non hanno tecnologia. E infila
nella buca delle lettere i compi-
ti che lei ha stampato dalle piat-
taforme on line o che le hanno
girato insegnati e professori.

«Ci diamo una mano. Siamo
periferia ma anche un po’ un
paese, ci conosciamo, ci aiutia-
mo. Se c’è qualcuno che sta ma-
le, che è da solo, ci siamo dia-
mo una mano».
Ora, in un quartiere come
questo dove gli abitanti sono
più di 26 mila e gli anziani più
del 40 per cento dei residenti
(undicimila e rotti) le necessi-
tà sono tante e i negozi pochi.
Due farmacie. Due verdurieri.
Un paio di panettieri, una ma-
celleria, due negozi di sigaret-
te, una tintoria e poco altro. E
chi può aiuta gli altri. La rostic-
ceria porta cibo a casa. Lo stes-
so fa la verduriera con gli an-
ziani. La ferramenta fa lo stes-
so. E il signor Michele ha appic-

cicato un foglio alla serranda
con il suo numero di telefono:
se avete bisogno di qualcosa
chiamatemi, ve lo porto io. Be-
nedetta Falchera, così bistrat-
tata eppure così solidale. Lo di-
ce anche Carlotta Salerno, che
è la presidente della Circoscri-
zione. Questo scampolo di To-
rino che quasi si fonde con l’au-
tostrada e con la statale che
porta verso Leinì, è un mondo
nel quale la solidarietà è più
presente che altrove. «Perché
ognuno qui è pronto a dare il
suo contributo alla comunità.
A modo proprio, certo, ma gli
elementi positivi sono tanti».
Eppure qui più che altrove
respiri il deserto. Non passa
una pattuglia di vigili urbani.

Non corrono ambulanze. La
polizia arriva se la chiamano.
Come l’altro pomeriggio quan-
do una famiglia di rom si è mes-
sa a grigliate in strada, tra i pa-
lazzoni. Hanno denunciato gli
adulti. «Siamo in 17 in tre stan-
ze, non si può vivere così» dice
Gianni, il capofamiglia. Ma
queste sono le regole.
Alle sette di sera il signor Ro-
dolfo Grasso, che qui chiama-
no «il sindaco» cerca un passag-
gio per la Enza. Lo chiamano
così perché è uno che si batte
per tutti. Che dà una mano a
tutti, nonostante non sia più
un ragazzino. «Eh è dura, ma
lo troviamo». Sperano di farce-
la per oggi. Ce la faranno. —
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La protesta dei sindacati

“Vigili e poliziotti
esposti al contagio”

Zoom è chiuso ma racconta su Facebook la sua quotidianità

IL CORONAVIRUS

AFP

REPORTAGE

REPORTERS

REPORTERS

Il quartiere di Falchera: in periferia le misure
del governo sono più difficili da sostenere
anche a causa della mancanza di servizi

Presidiano le strade per far ri-
spettare il decreto contro la dif-
fusione del coronavirus. Ma co-
sì facendo si espongono più di
altri al rischio di contagio. An-
che perché, dicono, non hanno
gli strumenti per proteggersi.
Dalle forze dell’ordine, in parti-
colare polizia e vigili urbani, arri-
va l'ultimo appello a una mag-
gior tutela: «Abbiamo a che fa-
re con l'utenza e incontriamo
tante persone senza dispositivi
di protezione: siamo scoperti»
denuncia Pietro Di Lorenzo, se-
gretario provinciale del Siap,
sindacato di polizia.
«Non tutti gli agenti hanno ma-
scherina e guanti - aggiunge -
A febbraio, quando ancora non
era chiara l'entità del contagio,
ci era stata fornita una dotazio-
ne di base, che oggi è insuffi-
ciente». Una situazione simile
a quella segnalata mercoledì in
Comune dal coordinamento sin-
dacale autonomo dei vigili urba-
ni: «Le mascherine Ffp3, mo-
nouso e funzionali per 8 ore,
stanno finendo: tra poco non ne
avremo più» il messaggio reca-
pitato al comandante Bezzon e
al dirigente Ferrari.
«Senza questo dispositivo di
protezione individuale daremo
disposizione a tutti gli agenti di
non uscire in servizi esterni»,
hanno aggiunti i rappresentan-
ti sindacali, che hanno inoltre
denunciato una carenza di pro-
dotti per disinfettare uffici e au-
to e difficoltà nell'igienizzare le
divise. pf. car. —
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GIOVEDÌ 19 MARZO 2020LASTAMPA 39
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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