Il Sole 24 Ore Sabato 21 Marzo 2020 7
Coronavirus Primo Piano
LA LIQUIDITÀ
Andrea Enria. Il presidente della Vigilanza bancaria
europea ha varato negli ultimi giorni un doppio
allentamento delle regole che fissano i requisiti di
capitale per gli istituti e la contabilizzazione dei crediti
deteriorati con relativi accontamenti
90%
LA SOGLIA MASSIMA
Di una linea di credito che potrà essere garantita dallo
Stato, innalzata dall’80%
Alessandro Graziani
P
untare a finanziare le
imprese europee attraverso
il cosiddetto mercato unico
dei capitali nei prossimi
mesi sarà quasi impossibile. Il
credito che arriverà, se arriverà date
le regole attuali, sarà quello delle
“vecchie” banche che in tutta
Europa restano tuttora la principale
cintura di trasmissione tra politica
monetaria ed economia reale. Gli
Stati daranno garanzie pubbliche,
come sta facendo l’Italia con le Pmi
e anche con le aziende medio
grandi, la Bce interviene per dare
liquidità tramite le nuove aste Tltro
e mantenere bassi i tassi
d’interesse. Ma la liquidità
necessaria ai vari attori del sistema
economico, soprattutto piccole e
medie imprese, sarà canalizzata
dalle banche. Ora più che mai, dati i
maxi riscatti che limitano l’azione
dei fondi alternativi.
Se questa esigenza è davvero
ritenuta un’emergenza per
l’economia europea, è necessario
che i vari policy makers
intervengano per rimuovere o
sospendere i tanti ostacoli
regolamentari che, nei fatti, rendono
l’erogazione del credito un’impresa
temeraria. Dal calendar provisioning
della Vigilanza Bce ai requisiti Mrel,
dai principi contabili Ifrs fino alla
nuova Basilea : il mondo perfetto
delle regole che si voleva costruire
necessita di una pausa e di un rinvio.
Un tema che è già presente alle
Autorità di Vigilanza mondiali,
come dimostra la decisione
annunciata ieri dalla Bank of
England che di fatto sospende
l’applicazione dei principi contabili
Ifrs sui crediti. Scelta analoga è
arrivata ieri pomeriggio da parte
della Vigilanza bancaria della Bce,
che ha anche varato provvedimenti
per mitigare l’impatto degli Npl
bancari liberando capitale fino a un
massimo di miliardi di euro per
le banche europee.
È ogni giorno più evidente che la
crisi attuale richiede una svolta
decisa in più direzioni e coordinata
a livello internazionale. Già alcune
banche centrali nazionali, a partire
dall’Olanda, hanno per esempio
cancellato le richieste di extra
buffer di capitale richiesti alle
banche. È solo un piccolo segnale di
una serie di azioni che
auspicabilmente dovranno essere
globali e che per essere davvero
efficaci andranno negoziate in sede
di Fsb e poi di G. L’Europa non sia
timida nella revisione/sospensione
delle regole. Tra qualche settimana,
stante l’attuale situazione nel
grande mercato dell’investiment
banking e del trading globale, sarà
seguita dalle richieste delle ben più
influenti banche Usa.
In questi giorni, Governi
nazionali e banche si stanno
adoperando per concedere
moratorie sui crediti alla clientela
privata e delle imprese. Perché ciò
accada e sia davvero efficace, quello
che serve in tempi di emergenza, è
anche una completa moratoria
delle regole sul credito.
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L’ANALISI
Istituti e credito, subito
una moratoria sulle regole
BoE e Vigilanza Bce
sospendono Ifrs
e attenuano il faro sugli Npl.
Per l’Eurozona benefici sul
capitale fino a miliardi
Banche, sconto Bce sugli Npl
Dal Tesoro garanzia sui prestiti
La doppia svolta. Lo scudo del Mef, simile a quello di altri Paesi Ue, può liberare oltre miliardi
anche per le grandi imprese. Le nuove regole di Francoforte incentiveranno gli istituti a erogare
Laura Serafini
La Bce allenta i vincoli sui crediti dete-
riorati e il ministero dell’Economia la-
vora alla costituzione di un sistema di
garanzie pubbliche, probabilmente
fornite direttamente dallo Stato, per
supportare il credito buono alle im-
prese di tutte le dimensioni, e con una
potenza di fuoco di cento miliardi, se
non oltre. Doppia svolta per banche e
imprese, volta a canalizzare al meglio
le risorse in arrivo dalla stessa Bce.
Il Tesoro sta predisponendo uno
strumento potente per garantire la li-
quidità a tutto il tessuto produttivo in
linea con quanto stanno facendo gli
altri paesi Ue. L’intento del comma
dell’articolo del decreto Cura Italia
è proprio questo: abilitare la costitu-
zione di nuovi strumenti recependo
l’innalzamento del livello massimo
delle garanzie pubbliche al % (ri-
spetto all’% attuale) e le nuove re-
gole più morbide sugli aiuti di Stato
adottate due giorni fa dalla Commis-
sione europea. Il meccanismo delle
garanzie serve agli istituti per evitare
di dover disporre nuovi accantona-
menti su crediti erogati a un sistema
di imprese in crisi temporanea di li-
quidità (per lo stop delle attività) e di
dover classificare i crediti come dete-
riorati. Un’assicurazione che, però, ri-
spetto alle misure già adottate con il
decreto - che introduce garanzie del
Fondo per le Pmi a fronte di moratorie
e rinegoziazioni dei finanziamenti -
sinora aveva un effetto blando perché
la copertura pubblica vale solo sul %
del singolo prestito e la garanzia è se-
condaria, può essere escussa, cioè, so-
lo se al termine di una sospensione
delle rate non riprendono i pagamenti
regolari. In questo contesto l’obbligo
di riclassificare il credito a fronte di
moratorie non c’era, ma nemmeno la
certezza che la vigilanza non lo avreb-
be richiesto.
Le misure varate proprio ieri dalla
Bce (e in verità invocate a gran voce
dall’Abi) vanno in questa direzione: si
annuncia una maggiore «flessibilità
nel trattamento degli Npl, in partico-
lare per consentire alle banche di be-
neficiare in pieno delle garanzie e del-
le moratorie messe in campo dai go-
verni per fronteggiare» la pandemia
(si veda l’articolo qui sotto). Una mi-
sura che si combina con l’allentamen-
to dei vincoli patrimoniali già varato
nei giorni scorsi.
L’intervento al quale sta lavorando
il ministro per l’Economia Roberto
Gualtieri è volto a superare i limiti sul-
le garanzie esistenti. Il meccanismo e
la sua portata finanziaria, così come il
veicolo che fornirà le garanzie (po-
trebbe essere lo Stato, anche assieme
a Cdp già coinvolta nelle operazioni di
riassicurazione, più difficile che sia
coinvolto ancora il Fondo per le Pmi)
sono ancora da definire e vanno inse-
rite in un decreto ministeriale “non
regolamentare” e per questo confe-
zionabile più agilmente e rapidamen-
te. Il principio dovrebbe essere quello
di incentivare - più che vera nuova fi-
nanza per investimenti - l’insieme di
strumenti per fornire liquidità: rine-
goziazioni, rifinanziamenti con una
quota parte (%) a carico della banca,
supporto per agevolare il totale utiliz-
zo delle linee già accordate. La garan-
zia, in questo caso, sarebbe primaria
(dunque può escussa in qualsiasi mo-
mento da quanto non si ottempera al
pagamento) e fino al % del finan-
ziamento e per tutte le categorie di
imprese. L’effetto volano dovrebbe
basarsi sul fatto che la garanzia non
richiede una copertura finanziaria sul
totale del valore finché non viene
escusso: andrebbe trovare risorse per
una limitata percentuale (ad esempio
-%) in base alla probabilità di de-
fault dei crediti: assumendo mi-
liardi di valore, le risorse pubbliche da
stanziare sarebbero pari a miliardi.
Potrebbero essere potenziati gli
strumenti già individuati nel Cura Ita-
lia: l’articolo , comma , prevede ga-
ranzie per poter tirare l’intero am-
montare di una linea di credito anche
se l’impresa è in crisi di liquidità tem-
poranea; la lettera b consente di spo-
stare al settembre la data di sca-
denza di finanziamenti in essere. E
poi ci sono le moratorie sulle rate.
Alcuni limiti nel testo del decreto
che dovrebbe aprire il varco a questo
bazooka delle garanzie viene ravvisa-
to sulla definizione sui soggetti bene-
ficiari delle garanzie. Limitare a ban-
che e intermediari taglia fuori molti
protagonisti che contribuiscono a fi-
nanziare le imprese: ad esempio i vari
veicoli che hanno acquistato crediti
deteriorati e che possono fare credito.
E ancora: tra le imprese di media di-
mensione ce ne sono diverse che si so-
no finanziate con bond acquistati da
fondi di investimento. Operazioni per
dare liquidità in questo caso non ver-
rebbero garantite.
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La Bce. L’azione
finalmente
coordinata della
politica monetaria
con la vigilanza
sulle banche
AFP
ASTE DI FINANZIAMENTO
Dalla nuova Tltro 3
una potenza di fuoco
da 187 miliardi in più
Tassi più favorevoli
e portata aumentata del %
per incentivare i prestiti
Maximilian Cellino
Un potenziale di miliardi di euro
in più a favore di imprese e famiglie
italiane. L’arma che la Bce ha messo in
mano alle banche del nostro Paese (e
non solo) per fronteggiare i rischi de-
rivanti dall’emergenza coronavirus è
di quelle potenti. L’ambito di azione è
circoscritto alle aste di rifinanziamen-
to Tltro, finalizzate proprio alla con-
cessione di prestiti ai privati e le cui
condizioni già di favore sono state ul-
teriormente migliorate dal Consiglio.
Per incentivare il ricorso a questo
strumento, l’Eurotower ha non solo
abbassato ancora fino a un minimo di
-,% il tasso sottostante alle opera-
zioni triennali, almeno fino al giugno
, ma ha anche allentato alcuni
vincoli preesistenti. L’ammontare
massimo che ciascuna banca può ri-
chiedere è infatti salito dal % al %
dello stock di prestiti già concesso a
società non finanziarie e famiglie
(esclusi i mutui): una differenza che
accresce di oltre . miliardi il po-
tenziale nell’intera area e appunto di
miliardi per i soli istituti di credito
italiani, il % dell’attuale stock.
Non è detto che tutte queste risorse
affluiscano poi verso l’economia rea-
le, e non solo perché si dovrà conside-
rare l’effettiva domanda di imprese e
famiglie, provate dalla crisi. Occorre
infatti anche tener conto dei requisiti
di capitale che le stesse banche devo-
no rispettare quando concedono pre-
stiti e il cui tenore, come si legge a
fianco, è però stato alleviato dalla Bce
proprio nelle ultime settimane.
Le banche europee stanno in ogni
caso già prendendo le misure alle
nuove norme. Sommando i mi-
liardi richiesti nell’operazione Tltro
regolata due giorni fa ai miliardi
della nuova Ltro approntata come
operazione-ponte fino alla data della
prossima asta triennale di giugno si
ottiene infatti un valore più che dop-
pio rispetto ai , miliardi restituiti la
settimana precedente alla Bce con la
Tltro . «Alla base dell’aumento po-
trebbero esserci motivi precauzionali
legati all’incertezza dei mercati, ma
non è da escludere che molte banche
stiano già preparando piani di soste-
gno a favore delle imprese sulla base
dell richieste già ricevute, come lasce-
rebbe pensare l’ampia partecipazione
alla Tltro», osserva Giuseppe Maraf-
fino, Strategist di Barclays Capital.
Un ulteriore aiuto alle Pmi potreb-
be giungere in maniera indiretta dalla
decisione di includere anche i com-
mercial paper nel Pepp, il piano di riac-
quisti straordinario da miliardi
appena annunciato dall’Eurotower.
Questi strumenti sono in genere uti-
lizzati dalle grandi società «che grazie
agli acquisti Bce sul mercato- avverte
Maraffino - potrebbero essere incen-
tivate a nuove emissioni in alternativa
al tradizionale canale di finanziamen-
to bancario, liberando in questo modo
risorse da mettere a disposizione di
imprese medio-piccole».
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LTRO
Questa settimana
le banche
europee hanno
richiesto il doppio
dei 92,6 miliardi
in scadenza
224
LA VIGILANZA
Enria: approccio soft
su semi deteriorati
e accantonamenti
Ispettori più flessibili
sugli Utp garantiti, saltano
le rettifiche automatiche
Luca Davi
Forse non siamo ancora al «regula-
tory easing», per parafrasare il
«quantitative easing» del fronte
monetario. Ma di certo ciò che sta
facendo la Vigilanza Bce sul fronte
prudenziale è un importante passo
avanti nella direzione della flessibi-
lità sul fronte delle regole, all’inse-
gna del pragmatismo seguito da An-
drea Enria sin dalla sua nomina a
presidente del Meccanismo di su-
pervisione (Ssm). All’indomani dello
scoppio della pandemia Covid-, il
braccio Bce della Vigilanza bancaria
ha varato un significativo ammorbi-
dimento delle regole, che andrà di
pari passo con l’allentamento mo-
netario e che potrebbe liberare
miliardi di euro di capitale, con il re-
lativo effetto leva di circa . mi-
liardi di nuovi prestiti.
Le misure annunciate ieri dalla
Vigilanza prevedono un mix di inter-
venti che punta a far sì che le banche
continuino a svolgere il ruolo di pivot
nel finanziamento a famiglie e im-
prese, così da superare lo shock del
Coronavirus. L’idea di fondo è di so-
stenere tutte le iniziative utili a forni-
re soluzioni sostenibili ai debitori
che si ritrovino in difficoltà tempora-
nea per colpa dell’attuale epidemia.
Da qua, è prevista maggiore flessibi-
lità nel trattamento dei crediti dete-
riorati, in particolare per consentire
alle banche di beneficiare pienamen-
te delle garanzie e delle moratorie
messe in atto dalle autorità pubbli-
che. Gli ispettori useranno la massi-
ma «flessibilità» rispetto alla classi-
ficazione dei crediti nella condizione
di «unlikely to pay» a fronte della
concessione di garanzie pubbliche
concesse nel contesto dell’emergen-
za Coronavirus. Il supervisore eser-
citerà inoltre «alcune flessibilità ri-
guardo ai prestiti previsti dalla mo-
ratoria pubblica relativa a Covid-»,
come si legge in una nota. In secondo
luogo, i prestiti che diventano dete-
riorati e sono coperti da garanzie
pubbliche beneficeranno di un trat-
tamento prudenziale preferenziale
in termini di aspettative di vigilanza
in merito all’accantonamento per
perdite. Ragionevole ritenere, in-
somma, che su questi crediti non
venga applicato il calendar provisio-
ning, che prevede accontamenti pro-
gressivi in caso di deterioramento.
Nello stesso tempo, la Vigilanza
assicura la massima flessibilità an-
che sul fronte dello smaltimento
dello stock di crediti deteriorati: un
tema questo particolarmente sentito
dalla banche italiane, alcune delle
quali sono impegnate nello sforzo di
far uscire Npl dai bilanci, e che da
oggi si troveranno di fronte a una
nuova imponente massa di crediti
deteriorati da dover gestire. In ulti-
mo, Bce intende sterilizzare l’effetto
prociclico dell’Ifrs, che rischiereb-
be di avvitare in maniera deflagrante
la crisi in atto.
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MILIARDI
DI CAPITALE
Saranno liberati:
in totale
potranno attivare
1800 miliardi
di nuovo credito
120
I FONDI
Liquidità a secco,
cambia l’architettura
delle acquisizioni
Le ultime grandi operazioni
dei private equity chiuse
grazie ai prestiti ponte
Carlo Festa
L’emergenza muta la struttura dei fi-
nanziamenti delle grandi operazioni
di leverage buyout, cioè le acquisizio-
ni effettuate in parte con il debito. I
grandi investitori, soprattutto i priva-
te equity, affrontano la fase di panico
e cercano di superarla con nuove ar-
chitetture finanziarie. È quello che sta
succedendo su transazioni di leverage
buyout il cui signing (ossia la firma
preliminare prima del cosiddetto clo-
sing) è stato fatto nei mesi passati: da
Golden Goose (passata da Carlyle a
Permira), fino a Engineering (dove ha
fatto il suo ingresso Bain Capital) e
Gamenet (rilevata da Apollo), solo per
citare tre delle operazioni più note.
Le grandi banche d’affari, italiane
straniere, stanno monitorando gior-
no per giorno la situazione del merca-
to. Come in altre grandi crisi, nel
e nel , le opzioni di finanziamento
si stanno progressivamente chiuden-
do. I leverage buyout, che sono ancora
in trattativa, potrebbero essere messi
in stand by, soprattutto quelli nei set-
tori più colpiti dalla crisi: basta pensa-
re al turismo e per esempio alla ces-
sione del gruppo Lastminute al fondo
Triton. Per tutti gli altri, per i quali era
già stato siglato un accordo prelimi-
nare (il cosiddetto signing) si cercano
nuove strade. Il mercato ha infatti
perso per il momento la sua principale
forza: cioè la forte liquidità.
Fino al giorno prima dello scoppio
dell’emergenza sanitaria, il finanzia-
mento di un leverage buyout era in-
fatti abbastanza semplice: le banche
fornivano un impegno formale a so-
stenere l’operazione e si arrivava alla
firma finale dell’accordo (il closing)
con la possibilità da parte delle ban-
che stesse di fornire un prestito ponte
(definito bridge). Ma quest’ultimo
non veniva però mai attivato dalle
banche, in quanto veniva subito
emesso un altro strumento sottoscrit-
to da investitori istituzionali specia-
lizzati in debito: di solito un bond high
yield oppure il cosiddetto Tlb (Term
loan), un prestito a termine comprato
sempre da investitori istituzionali, ma
che a differenza di un bond non ha un
rating e non ha un prezzo pubblico.
Ma con lo tsunami del coronavirus,
tutto è cambiato in qualche settimana.
Per i due strumenti non c’è mercato al
momento e ora le banche dovranno
fornire finanziamenti ponte (quindi
bridge) per tutte le transazioni di leve-
rage buyout già approvate negli scorsi
mesi dai comitati crediti. Questi stessi
finanziamenti potranno essere tra-
sformati, di solito nel giro di un anno,
in bond high yield oppure term loan.
Si ferma dunque il mercato
dell'M&A per i prossimi mesi? Sicura-
mente sarà bloccato il mercato dei le-
verage buyout, superiori ai milio-
ni, mentre è probabile che continue-
ranno le transazioni su operazioni di
valore inferiore (tra e milioni)
in settori difensivi e finanziabili dalle
banche con linee tradizionali.
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IL TETTO
IN MILIONI
Delle operazioni
che i fondi
di private equity
porteranno avanti
nei prossimi mesi
300
L’inclusione
dei com-
mercial
paper nel
piano Bce
di riacquisti
può libera-
re nuove
risorse per
le Pmi
Rinviato
a tempi
migliori
il ricorso
al mercato
obbligazio-
nario con
le tipiche
emissioni
high yield
Roberto
Gualtieri. Il
titolare di Via XX
Settembre aveva
anticipato alcuni
dettagli della
nuova garanzia
all’esecutivo Abi
di mercoledì.
L’associazione
aveva sollecitato
Bce ad allargare
le maglie