, allora. C’è una pistola cheColt Parliamo dipassa di mano in mano. Sarà un film a episodi?No, perché il passaggio avviene all’interno di ungruppodiprotagonisticheèsemprelostesso.Èla storia di come tre ragazzini da orfani si tra-sformano in fuorilegge. Quindi è una storia diformazione attraverso le armi. Il soggetto inizialeè di Sergio Leone, su quello avevamo costruitoun trattamento con Massimo Gaudioso e LucaInfascelli, la sceneggiatura in inglese l’ha scrittaDennis Lehane, ed è spettacolare. Dovremmogirarlo in inverno, in Canada e forse in Romania.C’era una La storia ricorderà in qualche modo? volta in AmericaNo, in realtà è completamente diversa: loro sonoragazzini per tutto il film, e la vicenda si svolgenell’arco di giorni e non di decenni. E ti diròanche che non farei mai un omaggio al cinemadi Sergio Leone, che è un grande, ma non vogliofare un western come lo facevano i nostri padri,voglio fare un western che sia bello e godibileper i nostri figli.Illivellodidifficoltà. Senza rimorsoTorniamo adelle riprese non credo sia mai stato così alto,pensando anche solo alla scena dell’incidenteaereo che per ricchezza e qualità ricorda quelladell’affondamento del Titanic nel film di JamesCameron. Come sei riuscito a girare una scenadel genere?È vero, è stata una vera impresa realizzarla. La miaconvinzione che la chiave narrativa fosse di viverela storia dal punto di vista dell’attore ha compor-tato che Michael avrebbe dovuto interpretaretuttelesceneactionsenzastunt,perchésarebbestato importante vivere l’esperienza dell’azionenon tanto nella sua dimensione spettacolare main una chiave più “intima”, emotiva, andando ascoprire come l’azione colpisce e cambia il pro-tagonista. Abbiamo disegnato anche la scenadella caduta dell’aereo immaginando di stare conMichael dall’inizio alla fine, vedendo pochissimocosa succede al di fuori, e concentrandoci sulla|CIAK 127COVER STORY
Sergio Leone55 Stefano Sollima,Il registaanni appena compiutisua reazione, la sua sensazione mentre l’aereosta precipitando senza controllo verso l’oceano.El’abbiamofattoattraversounaspeciedipia-no-sequenza. Questo aumenta la sensazione didisagio,unpo’perlostiledelfilm,unpo’perchésubito dopo l’impatto lui decide di tuffarsi dentrola carlinga che sta affondando (l’aereo si spezza ametà) per prendere una parte d’equipaggiamentofondamentale per l’esito della missione. Una voltasott’acqua è tutto costruito su inquadrature moltolunghe che durano per quanto lui riesce a tenereil fiato. Per fare questo, abbiamo sezionato unBoeing, e dentro una piscina abbiamo realizza-to l’impatto dell’acqua e la successiva rotazione.Quindiilnostrocast,congliattoricheavevanogiàprovato, e la macchina da presa erano in questopezzo di aeroplano gigantesco che ruotava di 180gradi sull’asse. Ci sono dei tagli invisibili, perchénon era tecnicamente possibile farla tutta comesi vede nel film. È stato un lavorone, anche perMichael, visto che la scena l’ha fatta tutta lui!La scelta di rendere afroamericano unpersonaggio che non lo era nei romanzidi Clancy rispecchia una tendenza dellaHollywood di oggi?Considera che il lavoro su questo filmè iniziato circa tre anni fa, il Black LivesMatter era ancora in embrione. Pensoche spesso l’arte si ritrovi, chissà quantocasualmente, ad anticipare dei fenomeni.Questo è sicuramente un primo passo,nontantopercavalcareun’onda,maper-chéormaifapartediunaconsapevolez-za. Motivo per cui ho subito appoggiatoanche l’idea dello sceneggiatore TaylorSheridan di cambiare il personaggio diGreer in una donna. Un film non può es-sereunabollaastratta,deverispecchiareil mondo che ti circonda e che troveraiuscendo dalla sala.Colpisce una cosa: se uno scrittore comeClancy, all’apice quando il mondo eradiviso in due blocchi, è ancora attuale al puntoda ispirare una storia come la vostra, vuol direche in definitiva il mondo non è così cambiatonei decenni.No, infatti, ed è forse l’elemento che più mi haintrigato del racconto di Clancy: il fatto che tuttosommato le ragioni delle guerre sono sempre lestesse, quindi anche i nemici tendono a ripetersi.Senza un nemico le guerre non le puoi fare, e nonsi può stare senza nemici, perché è come se l’es-sere umano avesse bisogno di un nemico, dentroo fuori dai confini nazionali. Quindi le guerresono un fenomeno tragico ma continuamentealimentato da noi, come se in fondo ne avessimobisogno. Questo è il cuore emotivo del racconto,che lo rende secondo me tragicamente attuale.È possibile che il film abbia un seguito?. Rainbow Six Il seguito nei romanzi c’è già, ed è
racconta di come John Kelly di-Senza rimorsoventi John Clark. Il protagonista del sequel e giàpresente nell’universo di Jack Ryan, personaggiointerpretato al cinema da Harrison Ford e da altriè in pratica l’origin storySenza rimorsoattori.di John Clark. Aspetteremo che esca prima diiniziare a capire come sviluppare il seguito.A proposito dell’uscita: un film del genere, nel-la magia del grande schermo guadagnerebbeforza. Qual è la tua posizione su questo, con-siderato che il film è distribuito da Amazon?è stato pensato, scrittoSenza rimorsoOvviamentee realizzato - dalla scelta delle lenti al montaggioagli effetti speciali, la musica, il mix, tutto - per ilgrande spettacolo cinematografico. Nel momentoincuilesalenoncisonoèevidentecheladestina-zione ideale diventa una grande piattaforma chesostiene e ama il tuo film. E che lo distribuisceper una platea ancora più ampia di quella cheavrebbe avuto nelle sale. È una distribuzione fi-glia dei nostri tempi, però personalmente pensosia bello, in un momento così delicato, in cui lepersone fanno fatica a evadere, regalare nel salottodicasaunfilmdiquestolivello.Moltepersonecondivideranno comunque l’esperienza, anche senon saranno insieme nella stessa sala.Alla fine, il cinema italiano è ancora percepitocome il secondo per importanza nel mondo,pur se a grande distanza dagli Usa. Un italianoche, al tuo livello, va alla prima riunione conle maestranze tecniche americane, avverte unastimadipartenzaoèpiùforteilpregiudizioverso chi viene da fuori?L’industria hol-lywoodianaèpie-naditalentinonamericani. Quindinon ho mai sentitoalcun pregiudizio,nemmeno all’ini-zio. C’è grande ri-spetto per la storiadel nostro cinema,Michael B. Jordanin Senza rimorso