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cia una vera differenza. Con una serie di questionari, i ricercatori
di Yale Climate Connections hanno identificato quelle che hanno
chiamato «le sei Americhe», il cui atteggiamento va da allarma-
to a sprezzante. Le persone ai due estremi sono quelle che han-
no maggiore probabilità di adottare misure per conservare ener-
gia. Le motivazioni degli allarmati sono quelle prevedibili. Chi sta
nel gruppo degli sprezzanti, invece, magari non vedrà la minac-
cia del cambiamento climatico ma ha visto bene i soldi che può ri-
sparmiare riducendo i consumi.
Conoscere la scienza non significa necessariamente essere
d’accordo con essa. Lo studio di Yale, insieme a diversi altri, ha tro-
vato che la polarizzazione tra i diversi gruppi aumenta man ma-
no che i loro componenti accrescono le proprie conoscenze su
certe questioni legate alla scienza. In una ricerca tuttora in corso
Caitlin Drummond, oggi post doctoral fellow presso l’Erb Institute
dell’Università del Michigan, e io, abbiamo svelato alcuni indizi
che potrebbero rendere conto di questo fenomeno. Una possibile
spiegazione è che chi ne sa di più abbia maggiori probabilità di co-
noscere e adottare la posizione su quell’argomento del gruppo po-
litico cui aderisce. Una seconda possibilità è che si senta più sicu-
ro di potersi esprimere in merito. Una terza, legata alle prime due,
è che abbia maggiori probabilità di individuare e sfruttare le possi-
bilità di dire la sua rispetto a chi ne sa di meno.
Decisioni che contano
Anche se nello studio dei processi decisionali c’è ancora mol-
to da imparare, il messaggio complessivo che arriva dalle ricerche
su come affrontare le situazioni di incertezza in cui c’è un’alta po-
sta in gioco è ottimistico. Quando gli scienziati comunicano ma-
le, spesso questo indica che sono vittime della naturale tendenza
umana a sopravvalutare l’altrui comprensione delle proprie pa-
role. Quando le persone comuni commettono errori, spesso que-
sto avviene perché si affidano a modelli mentali che sono stati loro
utili in altre situazioni, ma non sono validi nelle circostanze pre-
senti. Quando le persone sono in disaccordo sulle decisioni da
prendere, spesso è perché hanno obiettivi differenti, non diverse
conoscenze.
In ciascuno di questi casi, la ricerca indica come aiutare le per-
sone a capire meglio gli altri, e se stesse. Lo studio della comunica-
zione può aiutare gli scienziati a formulare messaggi più chiari. La
psicologia dei processi decisionali può aiutare il pubblico a raffi-
nare i propri modelli mentali per interpretare fenomeni nuovi. Ri-
ducendo gli errori di comunicazione e mettendo a fuoco i legittimi
disaccordi, i ricercatori in questo campo possono contribuire a ri-
durre i conflitti nella società e a farci affrontare quelli che restano
con minori difficoltà. Q
Giovani manifestanti al corteo dello scorso 27 settembre a Roma nell’ambito della mobilitazione globale Fridays for Future.
Risk: A Very Short Introduction. Fischhoff U.B. e Kadvany J., Oxford University
Press, 2011.
The Science of Science Communication. «Proceedings of the National
Academy of Sciences», Vol. 111, Supplemento 3, 20 agosto 2013. http://www.
pnas.org/content/110/Supplement_3
The Science of Science Communication II. «Proceedings of the National
Academy of Sciences» (numero speciale), Vol. 111, Supplemento 4, 16
settembre 2014. http://www.pnas.org/content/111/Supplement_4
The Science of Science Communication III: Inspiring Novel Collaborations
and Building Capacity: Proceedings of a Colloquium. National Academy of
Sciences, National Academies Press, 2018.
PER APPROFONDIRE
Antonio Masiello/Getty Images