BURUNDI
Giornalisti
in arresto
“Il 22 ottobre alcuni giornalisti
sono stati arrestati nella regione
di Bubanza, nel nord, dov’erano
andati per coprire le violenze in
corso nella zona. Dopo quattro
giorni di prigione, Christine Ka-
mikazi, Agnès Ndirubusa, Té-
rence Mpozenzi, Egide Hareri-
mana e il loro autista Adolphe
Masabarakiza sono stati accusa-
ti di ‘complicità in attentato alla
sicurezza dello stato’. Ma non
avevano fatto altro che adem-
piere alla loro missione di infor-
mare”, scrive Iwacu, il settima-
nale per cui i giornalisti lavora-
vano. In Burundi le pressioni sui
mezzi d’informazione aumenta-
no da maggio del 2018, quando
il governo ha ritirato la licenza a
Bbc e Voice of America. Amne-
sty international e Human
rights watch denunciano un cli-
ma ostile ai giornalisti anche in
Tanzania, da quando è al potere
il presidente John Magufuli. Ne
è un esempio il caso di Erick Ka-
bendera (nella foto), giornalista
investigativo arrestato a luglio
per “sabotaggio economico”,
ma non ancora processato.
Dal 23 al 26 ottobre l’Etiopia ha vissuto
“giorni caotici”, scrive The Reporter.
Almeno 67 persone sono morte e altre
centinaia hanno dovuto abbandonare
le loro case a causa delle proteste
violente contro il primo ministro Abiy
Ahmed, che si sono diffuse in varie
regioni del paese causando scontri
basati sull’appartenenza etnica. “Negli
stati federali di Oromia e Harar e nella città autonoma di
Dire Dawa è stato schierato l’esercito per riportare la
calma”, scrive il settimanale in lingua inglese. La miccia
che ha innescato le proteste è stato un tweet di Jawar
Mohammed, proprietario della tv Oromo media
network e attivista politico oromo (lo stesso gruppo
etnico di Abiy, di cui oggi Jawar è un rivale politico), con
cui annunciava che il governo gli aveva tolto la scorta
senza avvisarlo. Da quel momento centinaia di suoi
sostenitori sono scesi in strada davanti alla casa di Jawar
ad Addis Abeba cantando slogan contro il primo
ministro. Manifestazioni simili sono scoppiate in altre
città del paese e le forze di sicurezza le hanno represse
con la violenza. In alcune città sono stati attaccati anche
i campi degli sfollati. ◆
Etiopia
La violenza dilaga
The Reporter, Etiopia
ALGERIA
Lo sciopero
dei giudici
Il 27 ottobre i giudici algerini
(nella foto) hanno indetto uno
sciopero a oltranza che ha para-
lizzato l’attività dei tribunali. Se-
condo il sindacato nazionale dei
magistrati, alla protesta ha ade-
rito il 96 per cento dei giudici,
anche se il governo ha definito
la mobilitazione illegale.
L’obiettivo, spiega Al Shorouk,
è salvaguardare l’indipendenza
del potere giudiziario e impedi-
re che l’esecutivo ne prenda il
controllo. Intanto scioperano
anche altre categorie di lavora-
tori, come quella degli inse-
gnanti, e in molte città prose-
guono le proteste pacifiche con-
tro il governo, che vanno avanti
da 36 settimane.
FATEH GuIDOuM (Ap/ANSA)
ELEZIONI
Presidenti
confermati
◆ Alle elezioni del 15 ottobre i
mozambicani hanno conferma-
to il presidente Filipe Nyusi con
il 73 per cento dei voti, mentre il
suo partito Frelimo (al potere
dal 1962) ha conquistato 184
seggi su 250 in parlamento.
L’opposizione della Renamo,
l’ex guerriglia, ha invitato i citta-
dini a non accettare i risultati,
scrive Africa News, e ha an-
nunciato che farà ricorso.
◆ Il partito al potere, il Botswa-
na democratic party (Bdp), ha
ottenuto più della metà dei seg-
gi in parlamento alle elezioni in
Botswana del 23 ottobre. I depu-
tati hanno quindi accordato un
secondo mandato al presidente
uscente Mokgweetsi Masisi.
Masisi ha vinto le elezioni più
difficili per il Bdp nei suoi 53 an-
ni al governo, scrive City Press.
IN BREVE
Yemen Il governo ha raggiunto
un accordo per la condivisione
del potere con i separatisti del
sud il 25 ottobre, in base al quale
riprenderà il controllo della città
di Aden. L’esercito e i separatisti
si scontrano da agosto, pur es-
sendo alleati nella guerra contro
i ribelli sciiti huthi.
Sudafrica Il 24 ottobre Mmusi
Maimane ha lasciato l’incarico
di segretario della Democratic
alliance, il principale partito
d’opposizione, acuendo la crisi
che si era aperta con le dimissio-
ni del sindaco di Johannesburg.
Maimane è stato il primo nero a
guidare il partito.
SIRIA
I curdi
si ritirano
Le forze curde hanno concluso il
ritiro dal nord della Siria il 29 ot-
tobre, rispettando i termini
dell’accordo del 22 ottobre tra i
presidenti di Russia e Turchia,
Vladimir putin e Recep Tayyip
Erdoğan. La notizia è stata data
da Mosca, conferma il sito cur-
do Rudaw. Intanto per la prima
volta il 29 ottobre si sono scon-
trate le truppe turche e quelle si-
riane, schierate a difesa dei cur-
di dopo il ritiro degli statunitensi
e dopo l’offensiva lanciata da
Ankara il 9 ottobre contro le mi-
lizie curde delle unità di prote-
zione del popolo (Ypg).
Algeri, 29 ottobre 2019
EMMANuEL HERMAN (REuTERS/CONTRASTO)