Corriere della Sera - 23.10.2019

(Grace) #1


40 Mercoledì23Ottobre2019 CorrieredellaSera


Piccolastoria


delgabbiano


cheimparò


dallatempesta


ClaudioMagris


raccontadiGali


Gali:altero


ebiancoinun


mondodigrigi,


capiràchecosa


significaaprirsi


aglialtri


AnticipazioneEsceoggiperBompianilafavoladelloscrittoretriestinoillustratadaAlessandroSanna


B


isogna entrarenella lucedi
Alessandro Sanna per trova-
reil gabbiano di Claudio
Magris.Una luce speciale, di
fiumeedimare, che accomuna il
Podell’illustratoremantovanoeil
Quarnerodello scrittoretriestino.
La pianuraeilmare: stesse albe,
stessi tramonti, strati dicolore che
si sovrappongonoesembrano ge-
nerare una storia che si presta a di-
verse letture, anch’essa stratificata
su più livelli.
StoriadiGaliGali (in libreria da
oggi per Bompiani), fine racconto
in cui anche le parole di Claudio
Magris sembrano acquerelli delica-
ti, rientra in quel filone di favole
per tutti ,capaci di portare messag-
gi universali senza didascalismi e
pesantezze. La suggestione delvo-
lo, l’incontrotra esseri diversi,
l’orizzontecheconfonde il cielo
conilmare, esaltatodagli incon-
fondibili acquerelli di Sanna, illu-
stratoredalla grandeforza espres-
siva, autoredinumerosi silent
book (tra cui Fiumelento ,realizza-
to in un lungo percorso durato tre
anni e Illibroditutteleguerre ),
dannocorpoecarneapersonaggi
esemplari. Solitario e alto nel cielo
rosso, il gabbiano biancocala ogni
sera nel giardino vicino al mare del-
la vecchiacasa del signorKucic, do-
ve generazioni di figli e nipoti si so-
no alternatenel corso degli anni.
Ogni sera lo aspettano frattaglie e
sardoni lasciati per lui, lo aspetta
un amico, Zivil, ilcane da pastore
del Carso che hacapito che il gab-
biano non è di quegli animali da far
scapparesescavalcano lo steccato
del giardino. Gali Gali,così lo chia-
meranno, è un gabbianoreale, dal-
la grande apertura d’ali, ilcorpo e la
testa bianchi, «leggerocome una
piuma e rapidocome una freccia».
A volte, dopo aver mangiato, dorme
accantroalcane, davanti alla cuc-
cia, per ripartire all’alba «quando i
raggi del sole che spuntavano die-
trolacollina alle spalle dellacasa
erano monete d’oro che affondava-
no e rimbalzavano nell’acqua anco-
ra bruna».
Gali Gali è altero, sicuro della sua
bellezza, moltodiversa da quella
deivolgari gabbiani grigi, detti
sprezzantemente«comuni», che
volano bassoefrugano nei rifiuti

alla perenne ricercadi cibo, «in-
sopportabilicon quelle loro stridu-
le risaterauche». Non mescolarsi
con loro, esserecoscienti della pro-
pria superiorità, chiudere l’accesso
agli scoglieimpedireche sicom-
portinocome sefossero acasa loro
è, per Gali Gali, un imperativo,ver-
rebbe da direunprogramma: pri-
ma i gabbianireali.Una storia nota:
non sonoforsecosì gli uomini? An-
che loro dicono che bianchi o grigi,
reali ocomuni non dovrebbero me-
scolarsi mai, chei«grigi» sono
brutti,rozzi, che hanno un odore
diversoeche sono troppi: «Che
stessero al loro paese e nel loro ma-
re certo più sporcoe puzzolente».
Ma anche per ifortunati può arri-
vare,imprevista, latempesta. Così

Gali Gali,colto da una bufera, sbat-
tuto dalvento nero su una spiaggia
mai vista, ostile anche quando le
onde sicalmano, incontra una gab-
biana grigia, anche lei sbattuta su
quel lido, arruffata, impauritaco-
me lui e, in fin deiconti, neppure
così diversa da lui.Stretti in un ab-
braccio alato, le differenze si annul-
lanoelabellezza diventa soltanto
un punto di vista.
Lontano dal viaggio «ispirazio-
nale» del gabbianoJonathan Livin-
gston, Gali Gali sembra appartene-
re alla famiglia della gabbianella di
Luis Sepúlveda,acui Magris so-
vrappone il fascino per ilvolo dello
scrittore-aviatore Saint-Exupéry. Le
illustrazioni sfumate di Sannavela-
no di sogno larealtà che, però, alla
fine, prende il sopravvento. Magris
svicola dall’happy end e scosta ilve-
lo della favola. Essereprontiaim-
pararesemprequalcosa,come
aprirsi agli altri, può portarecon sé
parecchi rischi, bisogna osarean-
che se ci sono alcune lezioni che si
imparano acosto della vita.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Cultura


Te sti inediti, date importanti, ricordi e
annotazioni per un viaggio lungo dodici
mesi: è l ’Agendina2020 de «la Lettura»,
in venditacon il «Corriere della Sera» (in
edicola a e 9,90 in aggiunta al prezzo del
quotidiano o prenotabile online sul sito
primaedicola.it). Disponibile in trecolori
(azzurro,rosso e verde), l’annuarioospita
un intervento del direttore del «Corriere»
LucianoFontana e unotesto inedito

scritto per l’occasione da JónKalman
Stefánsson, autore islandese pubblicato
in Italia da Iperborea. L’ Agendina2020 ,
stampata da Aspitalia (Bergamo) e
realizzata incollaborazionecon
l’Università Iulm, riporta personaggi di cui
ricorrono anniversari ed eventi culturali
dell’anno che verrà. Ècompletata da una
raccolta ragionata di brevitesti e da
alcune pagine per appunti e pensieri.

Inedicolaa9,90euro


Agendina2020


Dodicimesi


con«laLettura»


L’ Agendina2020
nei suoi tre colori

Ilbrano


L’appuntamento


diognisera


aipiedidelpino


S


i chiamava Gali Gali, ma non lo
sapeva ancora. Quel nome, infatti, gli
sarebbe stato dato più tardi, nel
tempoforse piùfelice della sua vita.
Glielo avrebbero dato — ma è
difficilissimo dire chi di loro — quando,
con sorpresa di tutti, avrebbe
incominciato ad arrivare — ogni sera alla
stessa ora, al tramonto del sole — e a
scendere nel giardino vicinissimo al mare
dellacasa dove per tanti anni passavano
le estati e le generazioni di figli e nipoti a
poco a poco siconfondevano.
Lui arrivava, solitario e alto nel cielo
d’oro e poirosso, scendevacon grandi
volute nel giardino dietro lacasa, già in
ombra,calavacon precisione
esattamente ai piedi del pino, sempre lo
stesso posto ogni sera, dove lo
aspettavano i sardoni e le frattaglie messe
là dal signorKucic per
lui. Subito arrivava
anche Zivil, ilcane da
pastore del Carso, che
si sedeva accanto. Zivil
certo aveva saputo ben
prima di Gali Gali
stesso che lui si
chiamavacosì, a furia
di sentire soprattutto il
signorKucic, il suo
padrone — ma anche
gli altri — chiamarlo
così a granvoce ogni
sera, quando appariva
nel cielo, dapprima
lontano e sottilecome
una farfalla poi sempre più grandecon le
sue ali aperte e il granderosso sole
calante dietro di lui. Zivil avevacapito che
Gali Gali non era uno di quegli animali
simili al signorKucic ma anche diversi,
da far scappare se scavalcavano non
invitati lo steccato del giardino, ma uno
ormai dicasa.
Spesso Gali Gali sifermava pure a
dormire accanto a Zivil, davanti alla sua
cuccia, e ripartiva all’alba — quando i
raggi del sole che spuntavano dietro la
collina alle spalle dellacasa erano
monete d’oro che rimbalzavano e
affondavano nell’acqua ancora bruna —
per ritornare, araldo della sera, alla fine
della giornata.
©RIPRODUZIONERISERVATA

diClaudioMagris


diCristinaTaglietti


Autori


●Claudio Magris
(1939) e Alessandro
Sanna (1975)

●A sinistra e qui
sopra, due
illustrazioni
di Alessandro Sanna
tratte dal racconto
di Claudio Magris
StoriadiGaliGali
(© Alessandro
Sanna e Giunti
Editore Spa
/Bompiani 2019)

Il racconto
di Claudio
Magris con le
illustrazioni
di Alessandro
Sanna, Storia
diGaliGali ,
esce oggi
da Bompiani
(pagine 52,
e 12)

Esseresuperiori,non


mescolarsiconigabbiani


comuni:chevolinobasso


erestinonelloromare


GIOVANNI


FLORIS


L’invisibile

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