La Stampa - 02.10.2019

(Ron) #1
.

MARIO BAUDINO


S


e mai, in un mondo
ucronico, lo avesse
incrociato Greta
Thunberg, certo
non si sarebbe limi-
tata a fulminarlo
con lo sguardo come è avve-
nuto con Trump: perché la
storia dimenticata dell’archi-
tetto bavarese Herman
Sörgel (1885-1952) è di quel-
le che possono oggi suscitare
qualche brivido in chi sia
quantomeno preoccupato
per il cambiamento climati-
co. Lui, mite geniaccio razio-
nalista (era cresciuto cultural-
mente e tecnicamente
nell’ambiente del Bauhaus)
riuscì a concepire un progetto
da far impallidire Jules Ver-
ne, e a raccogliere intorno ad
esso, per anni, il vivo interes-
se di uomini di scienza, istitu-
zioni internazionali e grandi
imprenditori: prosciugare il
Mediterraneo, trasformando-
lo – almeno nelle intenzioni –
in una specie di enorme
Eden. Dimostrò che era possi-
bile, se pure con capitali smi-
surati. Dunque l’abbiamo
scampata bella.
Il «progetto Atlantropa»
(Atlante più Europa, e già il

nome suona male) visse, per
così dire, qualche decina d’an-
ni, dal primo al secondo dopo-
guerra, e trasmigrò infine nel-
la fantascienza – con una si-
gnificativa incursione in Star
Trek. Non si può affermare
che fu a un passo dal divenire
realtà, ma certo andò molto
oltre la mera utopia. Volendo
azzardare un parallelo (in-
quietante), accade allora
quel che si sta verificando og-
gi per le teorie «transumani-
ste», che a vario titolo studia-
no la trasformazione dell’es-

sere umano in computer o al-
meno la rigenerazione tecno-
logica di corpi e menti: un am-
bito dove convivono seri stu-
diosi e visionari bizzarri, ma
anche grandi capitalisti e in-
formatici che hanno da tem-
po dimostrato di conoscere
molto bene il loro mestiere –
oltre che i loro affari.
L’avventura di Sörgel, l’epo-

pea della sua Atlantropa, è
ora ricostruita, con grande at-
tenzione ai dati storici da
Osvaldo Guerreri in La diga
sull’Oceano, la folla avventura
di Atlatropa, il continente mai
nato (Neri Pozza), che dà
spessore narrativo e umano a
un personaggio indubbia-
mente interessante, vissuto
nel disastro economico e so-
ciale degli Anni Venti e nella
Monaco di Schwabing, il
quartiere degli artisti, fra ami-
ci idealisti e preparatissimi co-
me Hans Pölzig, Fritz Höger,
Emil Fahrenkamp, Peter Beh-
rens, Erich Mendelsohn, che
nel ’24 eresse a Berlino la «tor-
re di Einstein», l’osservato-
rio-laboratorio commissiona-
to dall’incontentabile scien-
ziato. O il pittore Heinrich
Kley, che avrebbe disegnato il
mondo possibile di Atlantro-
pa in grandi pannelli assai am-
mirati.
Tutti sembravano entusia-
sti dell’idea, soprattutto Men-
delsson, che ci credette fino
all’ultimo, o almeno fino al
’33 quando abbandonò la Ger-
mania per sottrarsi alle perse-
cuzioni razziali.
Sörgel divulgò per la prima
volta i punti fondamentali del

suo progetto nel 1929, in un
breve volume che si intitola-
va Abbassare il Mediterraneo,
irrigare il Sahara; dove spie-
gava il contesto generale. Si
trattava di costruire un’enor-
me diga sullo stretto di Gibil-
terra, arrestando così lo scam-
bio di acque fra l’Atlantico e il
Mediterraneo (ed ottenendo
energia elettrica), ed un’altra
sullo stretto dei Dardanelli,
per chiudere il passaggio col
Mar Nero. Una sorta di dilu-
vio universale alla rovescia.
Completava il disegno un al-

tro sbarramento dalla Sicilia
alla Tunisia, su cui costruire
un’autostrada. Nel giro di po-
chi anni il Mediterraneo
avrebbe cominciato a prosciu-
garsi, lasciando terre da colti-
vare e trasformando le attuali
città di mare in centri collina-
ri ben lontani dalle coste. E pa-
zienza per Venezia o Genova,
o Napoli o Marsiglia, visto

che deviando il fiume Congo
e creando nel Ciad un enor-
me mare artificiale, si sareb-
be potuto irrigare il Sahara.
L’architetto divenne all’i-
stante una celebrità. A dire il
vero non mancava una buona
intuizione geopolitica: e cioè
che l’Europa rischiava, se non
si fosse rafforzata, di essere
nel futuro un vaso di coccio
tra America e Oriente – come
sta accadendo. Per il resto do-
po il ’33 Sörgel non percepì in
tempo che alla Germania hi-
tleriana non era affatto inte-
ressata – il segnale di perico-
lo, sottovalutato, fu un docu-
mentario premiato nel ’36 al-
la Biennale di Venezia, forte-
mente critico. Ben altre e più,
diciamo, realizzabili erano le
priorità di Hitler, che pure tol-
lerava e persino a tratti soste-
neva non pochi scienziati paz-
zi, ma (dal suo punto di vista)
sostanzialmente innocui.
Sörgel poteva non essere ta-
le, considerata la prospettiva
pan-europea e internazionali-
sta. Così, quando venne invi-
tato alla New York World’s
Fair del ’39, la Gestapo decise
di bloccarlo. Non solo gli fu
impedito di varcare l’Oceano
ma gli si impose di non parla-

re mai più di Atlantropa. Il so-
gno era finto, nonostante una
vaga ripresa d’interesse da
parte degli americani dopo il
’45 e il coinvolgimento di
Léopold Senghor (carismati-
co presidente del Senegal)
nella fondazione di Sörgel.
Era finito e, occorre insistere,
meno male. Atlantropa avreb-
be trasformato il Mediterra-
neo in un deserto di sale e de-
vastato il clima su tutto il pia-
neta. Questo l’architetto non
lo aveva capito, ma va detto
che, ai suoi tempi, l’ecologia
non era all’ordine del giorno.
Il suo folle disegno è ora ar-
chiviato fra i rischi mortali cui
l’umanità è riuscita a sfuggi-
re. E non è certo il solo. Non
molti anni dopo l’architetto
bavarese, del resto, un inge-
gnere elettrico, Hugh Auchin-
closs Brown , avanzò la teoria
secondo cui per evitare un ul-
teriore spostamento (disa-
stroso) dell’asse terrestre, bi-
sognava sciogliere il ghiaccio
dei poli con adeguate esplo-
sioni atomiche. Ora che i poli
lentamente si sciolgono, non
è difficile immaginare quale
sarebbero state, allora, le con-
seguenze. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

OSVALDO GUERRIERI RACCONTA IN UN LIBRO LA STORIA DEL FOLLE PROGETTO DELL’INGEGNER SÖRGEL TRA LE DUE GUERRE

Atlantropa

L’uomo che voleva

prosciugare

il Mediterraneo


  1. Herman Sörgel (Ratisbona 1885 - Monaco di Baviera 1952) , architetto e filosofo, presentò il suo progetto
    nel 1929 in un libro intitolato Abbassare il Mediterraneo, irrigare il Sahara. 2. La grande diga
    che sarebbe dovuta sorgere a Gibilterra, in un disegno attribuito all’illustratore tedesco Heinrich Kley


(^2) 3. La nuova geografia «atlantropea» in una mappa di fantasia dell’epoca
1
La diga avrebbe
prodotto energia
elettrica e un immenso
campo da coltivare
3
La colossale opera
destò scalpore
quando fu presentata
in Germania nel 1929
26 LASTAMPAMERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019
TMCULTURA

Free download pdf