Libero - 01.08.2019

(Axel Boer) #1

SEA WATCH


Appurare
la verità
Leggo che secondo l’ex capo
dei servizi segreti Hans-Georg
Maaßen, più volte entrato in
collisione con Merkel e per
questo rimosso, dietro ai fatti
della Sea Watch 3 capitanata
da Carola Rackete c’era la tele-
visione di Stato. Se questo fos-
se vero si potrebbe affermare
che la televisione di Stato tede-
sca, del cui operato internazio-
nale dovrebbe rispondere il
suo governo, ha creato un intri-
go al fine di mettere in cattiva
luce il governo italiano: in sinte-
si, forse semplicistica ma asso-
lutamente concreta, un atto
ostile di Merkel contro Salvini.
Ritengo che simili accuse non
possano essere sottovalutate e
pretendo che il mio governo,
supportato dal mio presidente
della Repubblica, accerti in mo-
do inequivocabile se la Germa-
nia ha cercato di screditare il
nostro Paese. Spero non sia co-
sì (Hans-Georg Maaßen avreb-
be più di un motivo a montare
un’accusa falsa) ma se invece
corrispondesse alla realtà mi
auguro che la Ue intervenga pe-
santemente contro la Germa-
nia per aver commesso un atto
intimidatorio nei nostri con-
fronti. Intollerabile in una co-
munità pacifica.
Roberto Bellia
Vermezzo con Zelo (Milano)

SUICIDIO ASSISTITO


La distinzione
con l’eutanasia
La notizia: «Con 13 voti favore-
voli e 11 contrari, il Comitato
nazionale di bioetica (Cnb)
apre alla legalizzazione del sui-
cidio medicalmente assistito in
Italia, distinto dall'eutanasia,
anche se le posizioni al suo in-
terno evidenziano una spacca-
tura». E in che cosa consiste la
distinzione tra suicidio assisti-
to ed eutanasia? Vediamo:
«L’eutanasia è l'infusione di un
farmaco che interrompe, in
maniera rapida e indolore, la
vita del malato che lo richiede.
A compiere il gesto di sommini-
strare la sostanza letale è una
persona terza, un sanitario che
la infonde endovena a chi ritie-
ne di patire sofferenze eccessi-
ve a livello fisico o esistenziale.
Il suicidio assistito consiste
nell’aiutare un soggetto che
chiede di porre fine alla pro-

pria vita, ma in cui è lui stesso
ad assumere un farmaco leta-
le. Questa possibilità è prevista
in Svizzera, dove si è recato Dj
Fabo, aiutato da Marco Cappa-
to. Fabiano Antoniani, pur es-
sendo tetraplegico, ha potuto
attivare una pompa infusiona-
le schiacciando con i denti un
pulsante. In questo caso l'aiuto
è consistito nel predisporre il
meccanismo che ha permesso
di assumere la sostanza. Ma il
gesto finale è rimasto suo». Se
non è zuppa è pan bagnato.
Comprare una casa diretta-
mente dal proprietario e com-
prare una casa tramite un nota-
io, sono due maniere diverse
di comprare una casa, ma nel-
la sostanza è la stessa cosa: si
compra una casa. Se Fabiano
Antoniani non avesse avuto la
possibilità di stringere i denti e
qualcuno avesse fatto il gesto
finale al posto suo e per suo
espresso volere, i modi di pro-
curarsi la morte sarebbero stati
diversi, ma nella sostanza sa-
rebbe stata la stessa cosa. E sui-
cidio assistito ed eutanasia so-
no la stessa cosa da un punto
di vista morale. Una legge giu-
sta, ben fatta, sull’eutanasia ri-
spetterebbe la volontà e la liber-
tà della persona. Una legge giu-
sta, ben fatta, sul suicidio assi-
stito ugualmente rispetterebbe
la volontà e la libertà della per-
sona.
Bisogna però considerare che
una legge che prevedesse solo
il suicidio assistito e non l’euta-
nasia, penalizzerebbe la perso-
na non in grado di compiere il
gesto finale.
Renato Pierri
e.mail

AUTONOMIA


Un bene
per tutti
Se l’autonomia delle regioni ric-
che consentirà gli aiuti al Sud,
senza l’arbitrio di Roma e di tut-
te le perversioni che vi si inne-
stano, sarà anzitutto un vantag-
gio per il Sud. Più a vantaggio
del Sud che del Centro nord. Si
eviterà il malefico filtro che suc-
chia a favore dei gruppi di pote-
re la linfa vitale della nazione.
Saranno concordati con effi-
cienza e puntualità, sostegni a
ciò che le regioni meridionali
sanno produrre meglio. E que-
sto nell’interesse di tutta l’Ita-
lia. Con tale premessa si deve
valutare positivamente l’auto-
nomia delle regioni del Nord.
Un Sud operante senza più
onerose interferenze, libero di
collaborare col Nord, sarebbe
un risparmio per tutti.
Orlando Bergonzi
e.mail
ECONOMIA

Il rischio dell’Italia
di finire come la Grecia
L’Agenzia di rating Standard &
Poor’s paventa un rischio Gre-
cia per l’Italia, qualora la mano-
vra fosse senza coperture.
Ognuno svolge il suo mestiere.
A proposito delle agenzie di ra-
ting, è bene ricordare quanto
segue. «Tra gli azionisti di Stan-
dard & Poor’s, Moody’s e Fitch
ci sono gli stessi grandi investi-
tori che non esitano ad attacca-
re Stati ed imprese quando si
diffondono voci su possibili do-
wngrade. Le valutazioni sono

affidabili? Lehman Brothers ha
continuato ad avere il rating
“A” fino al 15 settembre del
2008, il giorno del suo fallimen-
to», si legge suIl Fatto quotidia-
no. Accostare l’Italia alla Gre-
cia è una vecchia abitudine
che non desta meraviglia. Tor-
nando alla manovra, è chiaro
che la Flat tax verrà rinviata a
tempi migliori. Sarebbe
un’operazione in deficit che
non ci possiamo permettere.
La dura reazione di Matteo Sal-
vini alle dichiarazioni del mini-
stro dell’Economia, Giovanni
Tria, sulla Flat tax non inciderà
sui numeri che presenteremo
a Bruxelles. Quindi, anche la
messa in guardia pubblicata
da Standard & Poor’s può rien-
trare.
Patrizio Pesce
Livorno

CERCIELLO REGA


La benda
sugli occhi
Undici coltellate possono di-
sturbare un po’ i benpensanti
ma quando si vede uno strac-
cetto su gli occhi, allora si che
la polemica esplode. Niente è
grave quanto il bendaggio di
un colpevole, in questo paese
di garantisti indifferenti al ridi-
colo. Stupisce l’ufficiale che
condanna come “incivile” (ad-
dirittura) quella che appare
semplice seppur inusuale pre-
cauzione mentre un ufficiale
dei militari dovrebbe sapere
che il bendaggio di arrestati é
pratica comune in molte poli-
zie come quella Usa, belga,
olandese, francese.
Per vari motivi precauzionali.
Altri superiori del carabiniere,
invece di riconoscere quel siste-
ma che altrove garantisce arre-
sti più calmi, lo destina ad altri
incarichi. È già molto che non
l’abbiano, licenziato o trasferi-
to in una di quelle polizie euro-
pee di cui i nostri vertici strana-
mente ignorano gli usi.
Gianni Oneto
Rapallo (Genova)

AMERICA LATINA


La povertà di casa nostra
fa più clamore
La povertà di casa nostra fa più
clamore. Ma nel mondo ci so-
no condizioni di vita mortifi-
canti. L’Honduras è frustato
dalla disoccupazione. Il narco-
traffico e la corruzione sono al-
le stelle. Nello Stato del Centro

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La tiratura di giovedì 1 agosto 2019
è di 105.166 copie

Gentile Signor Mainiero, di fronte a
quest’ultima mostruosità proprio
non riesco a trattenermi. La piaga del-
la droga con tutte le sue conseguenze
deve essere combattuta con sistemi
drastici. In economia è noto che se
un negozio non ha clienti chiude e
ciò vale anche in questo caso. Perciò i
depravati che ci infestano, ovvero gli
acquirenti, più facilmente rintraccia-
bili degli spacciatori, vanno neutraliz-
zati. Ottimi campi di lavoro, marini,
montani, stradali esistono. Pulizia dei
boschi, dei corsi d’acqua, delle spiag-
ge, delle città colme di immondizia
richiedono semplice mano d’opera.
Se poi i genitori
non sono d’ac-
cordo vadano
insieme ai loro
pargoletti a la-
vargli i calzini o
a scaldargli la
pappa. E i pove-
ri afro spacciato-
ri dovranno co-
sì cambiare li-
do. Drastico?
Ebbene, sì. La saluto cordialmente.
Vittorio Petracco
e.mail



In pratica, caro Petracco, lei propone
l’arresto per chi fa uso di droga. Credo
che sia irrealizzabile. Innanzitutto per-
ché nei campi di lavoro ci finirebbero
non solo giovani e giovanissimi ma
mezza Italia, se non di più. Di fatto, un
Paese (o quasi) agli arresti. Più che dra-
stico, ripeto: irrealizzabile. In secondo
luogo: ammesso e non concesso che la
cosa sia fattibile, per giustizia ed equi-
tà dovremmo adottare lo stesso provve-
dimento per chi fa uso di bevande alco-
liche (visto che l’alcol può essere an-
ch’esso particolarmente pericoloso
non solo per se stessi ma per gli altri) e
di qualche altra sostanza nociva. Le pa-
re possibile? E come la mettiamo con
le libertà personali, fra le quali c’è an-
che quella di farsi male da soli? No,
lasciamo stare. La cosa migliore, dal
momento che il mercato, come dice
lei, si base su domanda ed offerta, è
colpire l’offerta, in modo tale che an-
che la domanda ne risenta.
In altri termini: pugno di ferro (senza
guanto di velluto) contro gli spacciato-
ri e, soprattutto, certezza della pena,
ovviamente non in un campo di lavoro
ma in un carcere vero e proprio. Sbat-
tiamoli in galera, caro mio, e lasciamo-
li lì per un bel po’. Vedrà che tanti geni-
tori ringrazierebbero, forse continuan-
do a lavare calzini e a preparare pran-
zo e cena.


leLettere [email protected]


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MATTIAS MAINIERO


A tu per tu


Droga: carcere


duro


per gli spacciatori


CERTIFICATO N. 8491
DEL 18/12/201 8

22
giovedì
1 agosto
2019
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