Infatti appena fu ricoverato gli accertamenti diagnostici evidenziarono una grossa massa tumorale
all’intestino e fu operato d’urgenza. In pratica i medici del carcere gli avevano salvato la vita,
disponendo all’istante il trasferimento in ospedale. In realtà lo stesso arresto per evasione dai
domiciliari rappresentò casualmente la sua salvezza perché permise ai medici di diagnosticare ed
operare subito il tumore che se non fosse stato scoperto lo avrebbe sicuramente ucciso.
Il boss mi raccontava di tutto, ogni particolare della sua vita, e si percepiva chiaramente che aveva
bisogno di compagnia, di qualcuno che lo ascoltasse. Io gli prestavo molta attenzione anche perché
non capita tutti i giorni di ascoltare storie così impegnative direttamente dalla bocca dei protagonisti
ex malavitosi, di veri boss pentiti, almeno lui così si era definito.
Il mondo dei boss era a me totalmente sconosciuto e quindi avrei comunque vissuto un’esperienza
costruttiva nell’ascoltarlo, anche perché quel detenuto era ormai incapace di far del male a una
mosca, aveva abbandonato la criminalità e stava scontando la sua pena con molta dignità.
Infatti le stesse guardie carcerarie, nonché i medici e gli infermieri, nutrivano per lui una buona
considerazione ed un notevole rispetto, sia per le gravi condizioni di salute sia per l’abbandono
della criminalità, ed io feci altrettanto.
Capii anche che aveva timore, a causa delle sue gravi condizioni di salute, di tornare in carcere,
visto che ormai era ricoverato da sei mesi, e pertanto viveva con serenità la detenzione ospedaliera.
Oltretutto in quella fase scoppiò una rivolta carceraria in tutta Italia, nata proprio dal carcere di
Salerno che per primo venne segnalato dalla Tv nazionale e divenne stimolo e sprono per gli altri
penitenziari.
In quel periodo ogni giorno parlavamo della rivolta nel carcere di Salerno anche perché passava
spesso, proprio sopra il nostro reparto, l’ennesimo elicottero che si recava verso il penitenziario per
controllare dall’alto la situazione e far intervenire altre guardie nel tentativo di controllare i
rivoltosi.