Lui rispose: “certo che mi fa piacere, sono stato io a dirti che avevo cambiato vita quindi non ho
problemi nel parlarne. Mi resi conto che pur avendo moglie e figli in realtà una famiglia non
l’avevo mai avuta, perché ero quasi sempre stato recluso, e se in passato ero stato costretto a
vivere da criminale per mantenerli, in quel momento non avevo più necessità perché avevo messo
da parte dei soldi e quindi avevano il pane tutti i giorni. Per i figli si fa qualsiasi cosa, e tu lo sai.
Volevo stare con loro e abbandonare la malavita, infatti aprii un bar vicino casa nei periodi in cui
non ero carcerato, e lo lasciai ai miei figli quando tornai in cella”.
A quel punto aggiunsi: “ti faccio i complimenti perché immagino che non fosse facile uscire da quei
giri e ricostruirsi una vita diversa, e tu c’eri riuscito! Avevi messo da parte i soldi per i figli, per il
pane quotidiano, e quindi potevi rinascere a nuova vita. Bhe tanto di cappello, complimenti.
Costruirsi una vita nuova nella legalità non è cosa facile per nessun detenuto. Che cosa non si fa
per i figli, per farli mangiare, ti capisco benissimo. Ovviamente il pane non è tutto, ci sono tante
altre cose nella vita, anche più importanti, e tu decidesti di occupartene finalmente”.
Lui rispose: “esatto, il pane non era tutto, c’erano altre cose più importanti come vivere con la
famiglia, ed io quello volevo, una vita nuova”.
Pane di vita nuova
Poi iniziai timidamente a parlargli della Fede e di Dio, sia quel giorno che nei successivi, e notai da
parte sua un crescente coraggio nel pronunciare parole Divine, per cui mi resi conto che era sulla
buona strada e che il percorso del perdono di Dio era già in atto.
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