NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Gli artefici delle mie tribolazioni erano stati davvero tanti: Usl, Comune, Tribunali, Genio Civile,
avvocati collusi con le mafie, magistrati delinquenti, soci traditori, massoni, camorristi, truffatori,
condomini speculatori, ingegneri corrotti, tecnici senza dignità, e via dicendo!
Nessuno di questi soggetti era mai stato punito dalla legge per le sofferenze arrecatemi e le
malefatte compiute, ed al contrario ero risultato io stesso colpevole, troppo spesso, di reati mai
commessi, nonostante fossi la prima vittima di quelle faccende assurde ed inverosimili, avendoci
sempre rimesso soldi, lavoro, progetti, aziende, decenni di vita, che nessuno potrà mai restituirmi.
Se i reati a me contestati fossero stati veri almeno ci avrei dovuto guadagnare un po’ di denaro,
invece mai un solo euro era stato intascato illegalmente, semplicemente perché di truffe o
bancarotte fraudolente non ne avevo mai realizzate! E sarebbe stato anche molto sconveniente
progettarle perché i redditi delle attività, se realizzate, sarebbero risultati centinaia di volte superiori
rispetto a quelli derivanti dalle improbabili truffe ipotizzate.
Eppure in quel momento mi trovavo in galera, anzi peggio, in una cella ospedaliera privato persino
dei farmaci che assumevo da decenni e che mi avevano salvato la vita consentendomi una strenua
resistenza alle crudeli tribolazioni.
In cella ero privato di ogni cosa, totalmente nudo ed indifeso, senza alcuna protezione contro tutti i
mali cronici della mia esistenza, e non potevo opporre alcuna reazione perché avrei peggiorato la
situazione, ormai conoscevo la regola imposta dalle ultra decennali sofferenze.
Solo e rinchiuso in una cella, deprivato di qualsiasi forma di libertà, persino quella di pensiero
perché se soltanto avessi tentato di comprendere perché mi trovavo lì e perché tanta sofferenza, le
persecuzioni sarebbero aumentate in maniera esponenziale.
Anche in questo caso conoscevo bene la regola. Non esisteva un perché umano. Non sarebbe potuto
esistere. Anche perché di umano nelle mie assurde persecuzioni non c’era nulla, anzi tutto fu
assolutamente disumano. O forse sovrannaturale. Il confine tra le due ipotesi era molto labile.

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