La nostra sezione sembrava un avamposto del Paradiso in rapporto a quelle tutte attorno, ed il
girone più infernale era il terzo piano, sopra di noi, ove erano sistemati tutti i camorristi più
pericolosi, i pluriomicidi, i 41 bis. Gli artefici di omicidi “ordinari”, se così si possono definire, cioè
non camorristici, erano invece ovunque tra noi, soprattutto nel corridoio della cella del transito,
integrati tra tutti gli altri detenuti che avevano commesso reati minori.
Non credo si trovassero anche nella nostra sezione perché oggettivamente era composta da persone
umili e finite in carcere per reati minori.
Il mio amico, il gigante buono Peppe, si era beccato 11 anni di condanna per essersi difeso durante
una rissa finita male, almeno secondo quanto mi raccontava, con contusi piuttosto gravi, ed
oggettivamente sembrava un’esagerazione assoluta. C’era gente in Italia che per aver commesso un
omicidio aveva ottenuto condanne più lievi. Ma tant’è, quella era l’Italia, il paese più assurdo al
mondo dal punto di vista dell’efficacia e della correttezza delle Istituzioni. Ed io ne sapevo
qualcosina dopo 30 anni di ingiustizie e torture di ogni specie.
I riti di fratellanza in cella
Finalmente dopo le varie riparazioni dei tecnici prendemmo possesso ufficiale della cella, ed
ognuno scelse il proprio letto secondo criteri assolutamente personali, visto che erano tutti liberi gli
otto presenti.
Il mio criterio fu molto semplice, basato sulla difesa dalla mia ossessione principale: le zanzare!
Infatti avevo timore che, con l’arrivo della stagione calda, non esistendo zanzariere sulle finestre e
al cancello d’ingresso esposto sulla vegetazione, e nemmeno impianti di aria condizionata che ci