Il forte dubbio che mi faceva penare, invece, riguardava il rito matrimoniale perché non avevo
capito fino in fondo di cosa si trattasse, e temevo che si sarebbe consumato una sorta di ricatto,
imposto dall’Islam, contrario alla mia Fede Cristiana.
Prima di partire avvisai i miei genitori, come un fulmine a ciel sereno, che stavo andando in
Marocco e che forse avrei portato a termine la prima parte del matrimonio con Miriam, quella
musulmana, ma non ne ero ancora convinto ed avrei avuto bisogno di capire, sul posto, come
stavano davvero le cose.
I miei rimasero interdetti perché non avevo mai riferito loro, in precedenza, la possibilità di
sposarmi con Miriam: in una prima fase restarono in silenzio, mi guardavano negli occhi per capire
se facessi sul serio, se davvero ero pronto a fare un passo così importante senza averci pensato bene.
Promisi loro, quindi, di fare molta attenzione, che avrei valutato ogni aspetto e rischio possibili, e di
conseguenza mi augurarono felicità e saggezza affidandomi alla Madonna, il che era tutto dire!!
Quella Santa protezione infatti racchiudeva in sé anche la soluzione, insita, preimpostata, di tutte le
problematiche che avrei dovuto affrontare, quindi fu molto importante per me.
Arrivai in Marocco, paese meraviglioso già allora, ed oggi ancor di più, accogliente, tollerante,
infatti potevano passeggiare tranquillamente gli ebrei nei loro ingombranti abiti neri, e la cosa mi
stupì molto perché non era usuale nel mondo musulmano, anzi! Avrebbe dovuto prevalere una
notevole tensione considerati anche i venti di guerra che all’epoca soffiavano nel Kuwait e che
creavano tante ansie in tutto il mondo, invece regnava una piacevole calma piatta.
Dopo un viaggio aereo entusiasmante mi venne a prendere Miriam all’aeroporto di Casablanca,
come sempre, ed andammo a Rabat a casa sua dove i genitori mi accoglievano ogni volta col solito
emozionante affetto.
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