divismo autarchico con personalità traAlberto
Lupo,Ubaldo Lay,Corrado Panie,appunto,
Ugo Pagliaiche nel nostro sceneggiato d’ele-
zione furoreggia insieme aCarla Gravina.Più
ancora della trama, la storia deIl segno del
comandoè una vera sequenza di colpi di scena.
La prima bozza – poco più di un'idea – approda
sul tavolo dei funzionari Rai nel fatidico ’68.
La firmanoDante Guardamagna eFlami-
nio Bollini, con la partecipazione diLucio
Mandarà e Giuseppe D’Agata ma ben presto
gli esperti Guardamagna e Mandarà lasciano
e sul copione rimangono in due. Di fronte al
finale, un autentico rompicapo in cui è quasi
impossibile riannodare in maniera plausibile
tutte le false piste disseminate per strada, cede
anche Bollini e D'Agata si mette al servizio
dell'espertoDaniele D’Anzae dello scenografo
Nicola Ribertelliper ricostruire tra Roma e
Napoli la città moderna e quella papalina.
D'Anza ha dalla sua una grande esperien-
za: gavetta a teatro, esordio al cinema co-
me aiuto di Antonioni perCronaca di un
amore, regia della prima commedia tra-
smessa, ancora in via sperimentale, dalla
Rai nel '52 e poi una serie di successi co-
ronati dai grandi "gialli” comeMelissa.
Quanto a D'Agata anche lui è di casa alla
Rai, ma eccelle come adattatore radiofonico
e un suo romanzo,Il medico della mutua
nel'68èstatoportatoalcinemadaLuigi
Zampaed è diventato un successo grazie
adAlberto Sordi. Sul finale della storia
non ci si accordò fino all'ultimo, anche su
pressione degli attori che volevano uno
scioglimento in linea con l'aura di mistero
sospeso creato nelle precedenti puntate.
D’Anzatranciò le discussionidecidendo
quasi all’ultimo minuto e collocando
l’ultimo ciak nelle oscure gallerie della
Linea A della metro romana, allora in
costruzione.
Ilcast,afiancodiPagliaieGravina,eradi
“all star” tra teatro, cinema e tv: daMassimo
Girotti aRossella Falk,daAndrea Checchi a
Carlo Hintermann.Mailverocolpodigeniofu
lo stornello romanescoCento campane scritto
daFiorenzo Fiorentiniper la voce di Nico
Tironesolistadiungruppobeatallamo-
da,IGabbiani.Lamelodiaèdiventata
un classico, ripresa dal genius loci di
Tr a s t e v e r eLando Fiorini e ancora
oggi suonata tra vie e ristoranti.
Chi volesse ripercorrere vecchie
memorie o fare scoperte trova una
buonaedizione in DVD a cura di
Rai Teche e quindi non è il caso di
fare spoiler. Basti dire che lo studioso
inglese Forster scende a Roma attirato
da una annotazione nel diario romano di
George Byron: «21 aprile 1817, notte, ore 11.
Esperienza indimenticabile, luogo meraviglioso,
piazza con rudere di tempio romano, chiesa
rinascimentale, fontana con delfini, messaggero
di pietra, musica celestiale, tenebrose presenze».
Sull'argomento si prepara a tenere una confe-
renza e intanto va a cercare il luogo descritto
quando un misterioso pittore, tal Marco Ta-
gliaferri gli offre un indizio e lo invita a casa
sua, in Via Margutta. Ad aprirgli è Lucia, una
affascinante presenza che gli dà appuntamento
per la sera. Quando però Forster scopre per
casocheTagliaferrièmortodamoltotempo,
capisce che il mistero lo sta invitando a inda-
gare. E da qui parte una girandola di incontri
ambigui, trame oscure, segni occultistici ed
esoterici che sprofondano il protagonista e la
suamusanelpassatodellacittàeterna.Un vero
capolavoro di scrittura che in confrontoLost
sembra l’abbecedario!■
Uno degli oggetti magici
della storia.
Un'immagine dello
sceneggiato Rai.
Ugo Pagliai conRossella Falk
(1926-2013 ) in un altro momento
deIl segno del comando.
Paola Tedesco(69 anni)
e Massimo Girotti
(1918-2003).
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