Pier Paolo Sarpi - L\'inquisizione nella Serenissima Repubblica

(Joyce) #1

creato il Pontefice Paolo V. scrisse al Rè di Spagna sotto li 13.
Giugno di quell'istess'anno una lunga lettera con questo
Capitolo, oltre gl'altri; Che al Papa solamente s'aspettava
approvare i libri di qualsivoglia sorte, e tanto più Ecclesiastici,
facendo grave doglienza, ch'in vilipendio dell'autorità
Ecclesiastica, li Ministri Regij in Italia havessero prohibito il
suo libro. La prudenza di quel Rè giudicò meglio di rispondere
con i fatti, e lasciò correre la prohibizione publicata dà suoi
Ministri. Il Cardinale non si puote contenere, che del 1607.
stampando il XII. Tomo non inserisse, poco à proposito, un
discorso di quest'istessa materia, dicendo formalmente,
essere cosa empia, ed horrenda, ch'in questi nostri
infelicissimi tempi li ministri Regij ardissero censurar i libri
approvati dal Papa, non lasciandoli rendere dai librai, senon con
loro licenza, la qual negano arbitrariamente, e vietano anco
assolutamente, che siano venduti. Soggiunge doppo, che ciò
fanno, perch'i libri riprendono le loro ingiustizie, e che ciò è
levar di mano à San Pietro, e dar alli Prencipi una delle chiavi
dateli dà Christo, cioè quella della scienza di discernere li
buoni usi dai cattivi. Il Consiglio di Spagna con la solita
tardanza, e risoluzione procedette anco doppo: non si mosse
anco per questa terza offesa, mà lasciò scorrere altri tre anni,
e del 1610. il Rè fece un Editto, condannando, e prohibendo
quel libro con maniera così grave, che destramente tocca il
Cardinal Baronio così bene, com'egli haveva toccato li Rè
progenitori suoi. E per darli maggior riputazione, e forza, fu
l'Editto fatto publicare in Sicilia, con decreto, e
sottoscrizione del Cardinal Doria, e mandato per il mondo in
stampa. La Corte Romana restò sbigotita tanto per l'Editto,
quanto per l'essecuzione fatta dal Cardinale. Però in Ispagna
non si mossero punto, e l'Editto resta nel suo vigore. Per certo
non si può credere tentativo più arduo, quanto mandar per lo
Stato d'un Prencipe un libro in stampa contra il suo Governo, e
pretendere, che sia letto, tennuto, e venduto publicamente, e

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