risultato di un’evoluzione complessa, nel corso
della quale i materiali originari si sono fusi e sono
stati alterati in modo significativo da processi
fisici e chimici. A causa di questo lungo processo
di differenziazione non è possibile ricavare
informazioni sulle condizioni della materia nelle
fasi iniziali di aggregazione del pianeta.
Comete e asteroidi sono invece come macchine
del tempo: conservano pressoché intatte le tracce
della condizioni esistenti all’epoca della loro
formazione. L’esplorazione di questi corpi
primitivi è dunque essenziale per ottenere dati di
prima mano sulla formazione del Sistema Solare.
Gli asteroidi non sono però tutti uguali. In base
alla loro composizione possono essere divisi in
classi e sottoclassi. Mentre la prima sonda
Hayabusa ha raccolto e restituito campioni di un
asteroide di Tipo S, Itokawa, di composizione
rocciosa, la seconda missione Hayabusa è diretta
verso un asteroide di Tipo C, di composizione
prevalentemente carboniosa: Ryugu appunto.
Asteroidi di Tipo S e di Tipo C a confronto
Gli asteroidi di Tipo S forniscono indizi utili
per comprendere la storia evolutiva dei
pianeti rocciosi come Marte e la Terra,
mentre gli asteroidi di Tipo C sono importanti
nell’ambito della ricerca sull’origine della
vita. Contengono infatti – come suggeriscono
le osservazioni spettroscopiche e le analisi
dei meteoriti appartenenti al tipo delle
condriti carbonacee – una quantità notevole
di composti organici e di idrati (cioè minerali
contenenti acqua): gli impatti con asteroidi di
tipo C potrebbero perciò aver contribuito in
passato ad arricchire la crosta terrestre di
acqua e di sostanze organiche.
Itokawa e Ryugu a confronto