Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

(^38) COELUM ASTRONOMIA
Uno sguardo d’insieme
su Hayabusa2
Tutti i dettagli sulla sonda e sulla sua avanzata
dotazione scientifica
di Michele Diodati
Sopra. Gli altri strumenti e sistemi a bordo di Hayabusa2. I motori RCS sono piccoli razzi a propellente
chimico, utilizzati principalmente per manovre di correzione di assetto (RCS sta per “reaction control
system”). Small Carry-on Impactor è il sistema esplosivo sganciabile che sarà usato per generare un cratere
artificiale su Ryugu Crediti: JAXA / Michele Diodati
Come si intuisce dal nome, questa non è la prima
sonda del suo genere. La prima Hayabusa (che in
italiano significa “falco pellegrino”) svolse la sua
missione spaziale tra il 2003 e il 2010. Il velivolo
raggiunse l’asteroide Itokawae riuscì a conseguire
gli obiettivi principali della missione, ma diverse
cose, tuttavia, andarono storte. Si ruppero due
giroscopi, impedendo una gestione ottimale
dell’assetto, e la procedura di acquisizione dei
campioni dalla superficie di Itokawa non funzionò
a dovere. Hayabusa2 è stata costruita, perciò, con
l’obiettivo di evitare il ripetersi dei problemi
accaduti durante la missione precedente. Per
questo motivo, benché l’architettura generale del
velivolo sia rimasta sostanzialmente la stessa, la
sonda diretta verso l’asteroide Ryugu incorpora
una serie importante di migliorie progettuali.
Innanzitutto è stato aggiunto un quarto
giroscopio: ne servono in realtà solo tre per
gestire l’assetto, ma il quarto è una presenza
importante come misura precauzionale. La
ridondanza nei componenti è sempre utilissima
nelle missioni spaziali, ma lo è particolarmente
nel caso dei giroscopi, vista la tendenza di questi
componenti a rompersi (la missione del telescopio
spaziale Kepler fu interrotta e poi modificata nel
2013 proprio in seguito alla rottura

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