A destra. Il modulo MMO, della JAXA, presso il centro
di test dell’ESA. Crediti: ESA.
Sotto. Un’immagine dell’MPO di BepiColombo,
ispezionato presso lo spazioporto europeo a Kourou in
Guyana Francese. Crediti: ESA/CNES/Arianespace/
Optique vidéo du CSG – G.Barbaste
A parte le sfide meccaniche, è stato necessario
uno sforzo anche per il coordinamento dei diversi
team di scienziati e ingegneri di tutta Europa
impegnati nella gestione dei numerosi strumenti
scientifici dell'MPO e per soddisfare le varie
esigenze tecniche, spesso in conflitto tra loro.
Ma non solo, si è dovuto fronteggiare anche lo
sviluppo di nuove soluzioni di design. Ad
esempio, un normale veicolo spaziale è dotato di
uno strato composto di coperture termiche
tutt'intorno, per proteggerlo dall'ambiente
spaziale. L'MPO invece ha ben tre strati
accuratamente progettati per sovrapporsi l'uno
sull'altro, composti in parte da materiali sviluppati
ad hoc e in grado di resistere a temperature fino a
400 °C.