Quella del Toro è una figura antichissima,
ancestrale, una delle più antiche costellazioni
create dalla mente umana. Questa figura risale
forse al Calcolitico o anche al Paleolitico
Superiore. Alcuni studi suggeriscono che la
costellazione del Toro, assieme alle vicine Pleiadi,
sia rappresentata in una pittura rupestre datata al
15.000 a.C. presente nella cosiddetta “sala dei
tori” nelle Grotte di Lascaux. Più certamente,
l'identificazione di quelle particolari stelle con la
figura di un bovide avvenne 10 mila anni fa, nel
Neolitico. Quest’epoca segnò gradualmente il
passaggio dell’homo sapiens dallo stato nomade,
avente la caccia come fonte di sostentamento, a
quello stanziale, per cui si affermarono
allevamento e agricoltura. Tale importante
cambiamento avvenne nella preistoria: non è
noto con certezza quando l'uomo iniziò a sfruttare
le risorse che provenivano
dall'addomesticamento di gruppi di animali. Per
millenni, l’homo sapiens era stato unicamente
cacciatore e raccoglitore, in perenne spostamento
al seguito di branchi di animali in cerca di pascoli.
Attorno al 9° millennio a.C., alcune culture
primordiali comparse nell'area mesopotamica,
intuirono che allevare animali e tenerli vicino a sé
era certamente più economico che cacciarli. La
possibilità di avere a disposizione, in modo
pressoché continuativo, latte, pelli e carne fu
l'elemento determinante di questa lenta, ma
inarrestabile evoluzione che diede, di lì a poco,
l’inizio alla prima civiltà della storia, quella
sumerica, che con l’introduzione della scrittura
avviò la storia.
L'allevamento costituì una svolta molto
importante, perché contribuì, insieme
all'agricoltura, a una radicale trasformazione
sociale: per la prima volta l'essere umano non si
limitava più a utilizzare quello che il territorio era
in grado di fornirgli, ma pianificava il proprio
futuro modificando la realtà che lo circondava. A
seguito di questo nacque la cognizione del tempo,
dettato dall’osservazione del cielo stellato da
parte di queste prime, importanti culture: il
sorgere e tramontare degli astri e, allo stesso
modo, del Sole forniva infatti una misura del
tempo che era necessario per la coltivazione dei
campi. E forse, proprio a ricordo di quel
“passaggio di stato” che fu allora fondamentale
per l’evoluzione verso la civiltà, le antiche culture
mesopotamiche posero nel cielo antichi ricordi,
immaginando che le stelle stesse tracciassero dei
disegni che ritraevano una lotta tra un cacciatore
e un toro o, forse, la rivalsa dell’animale
addomesticato, in cerca della perduta libertà,
contro l’essere umano ormai padrone.
Questa rappresentazione, tra l’altro, venne molto
più tardi adottata dai greci che vi aggiunsero il
mito del cacciatore gigante Orione, pronto a
difendersi dal devastante attacco del toro, la cui
rabbia e aggressività erano ben connotati dalla
presenza della fiammeggiante Aldebaran, la stella
situata a delineare l’infuocato occhio taurino.
Parimenti impressionante, doveva apparire la
caratteristica disposizione dello strano gruppo di
stelle vicine ad Aldebaran, le Iadi, le quali
delineavano il caratteristico volto a forma di “V”
tipico del bovino domestico. Aggiungendo che
dalle estremità della “V” è possibile tracciare due
segmenti, uguali tra loro, che conducono a due
luminose stelle, poco davvero ci vuole ad
immaginare la rappresentazione delle possenti
corna del toro celeste, pronte a scoccare il mortale
attacco. Ancora oggi, contemplando quell’area
celeste al di sotto di un cielo oscuro e privo di
Luna, si è pervasi quasi da un senso di timore al
cospetto di questa tremenda istantanea
immortalata tra le stelle.
Quando il cacciatore restò a casa
fulgidi astri con i quali delinea il grande
pentagono celeste dell’Auriga, ecco che, non
lontano, una rossa vampata di luce concentrata in
un punto annuncia il sorgere di una stella che, di lì
a poco, andrà a delineare l’occhio – infuocato di
rabbia, verrebbe da dire – di una delle più belle e
antiche figure che la mente umana riuscì a
disegnare tra gli innumerevoli punti luminosi che
popolano il firmamento: il grande Toro celeste.
rabbia, verrebbe da dire – di una delle più belle e
antiche figure che la mente umana riuscì a
disegnare tra gli innumerevoli punti luminosi che
popolano il firmamento: il grande Toro celeste.
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