Coelum Astronomia - #228 - 2018

(Rick Simeone) #1

Nella Storia


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Abbiamo già accennato come la costellazione del
Toro ebbe grande importanza nell’antica
Mesopotamia: ancora prima che l'anno solare
fosse stabilito, Sumeri, Accadi e Babilonesi
regolavano il loro anno, diviso in due semestri,
con le Pleiadi: la loro levata mattutina, in
primavera, segnava l’inizio della prima parte
dell’anno mentre quella serale, in autunno, la
seconda. Nell'epopea di Gilgamesh, la dea Ishtar
invia proprio il toro celeste a ucciderlo dopo che
l’eroe ne respinse le avances. Nel racconto, il fido
amico Enkidu strappa la parte posteriore del toro
lanciandone i pezzi nel cielo settentrionale: si
formarono, così le stelle del grande e del piccolo

carro. Gli scritti sumeri, i più antichi della storia,
raffigurarono l’eroe Gilgamesh nell’odierna
costellazione di Orione mentre si difende dal toro,
prossimo all’attacco. Allo stesso modo, diedero
grande importanza al fatto che il Sole, in occasione
dell’allora equinozio di primavera, si elevava
proprio nel Toro, sconfiggendolo.
La figura taurina fu importante anche a Babilonia:
oltre a rappresentare spesso figure taurine
antropomorfe, nel MUL.APIN – primo compendio
astronomico della storia – gli astronomi babilonesi
riportarono la costellazione GU.AN.NA, "il toro dei
cieli". Anche questa estremamente importante, dal
momento che veniva attraversata da

sovrapposizione, e questa caratteristica
contribuisce a sminuire la tesi della raffigurazione
unitaria di una sorta di planetario celeste.

Le indagini condotte negli anni, con una certa
dose di doverosa cautela, porta a concludere che

molto difficilmente si può assegnare al complesso
delle pitture della "sala dei tori" un significato di
raffigurazione globale delle costellazioni
zodiacali, ma che con molta probabilità è da
ritenersi voluta e reale la rappresentazione del
gruppo Iadi-Pleiadi.

Sotto. Una bella immagine a largo campo della costellazione del Toro. Crediti: Akira Fujii.
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